Basilica di San Sepolcro a Piacenza

La Basilica di San Sepolcro sorge in Via Campagna a Piacenza. Fu eretta nel 1055, come abbazia benedettina con annesso convento, per ospitare i numerosi pellegrini che percorrevano la Via Francigena, la grande arteria romanica che portava da Canterbury a Roma, passando anche per Piacenza. Abbandonata dai Benedettini, la Basilica fu acquisita dai monaci Olivetani nel 1484, e ricostruita tra il 1488 e il 1520, su disegno dell’architetto Alessio Tramello, seguace del Bramante. Il complesso venne chiuso dai decreti napoleonici del primo Ottocento e passò nel 1817 agli Ospedali Civili. Il tempio fu riaperto al culto del 1903.

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Castello di Brescia, l’ascensore salirà in trincea: tramonta la visione panoramica

Il progetto dell’ascensore inclinato per il Castello è all’ultimo miglio: il traguardo è a portata di mano. Le mura del Castello (parete di sinistra, prima dell’ingresso) potrebbero trasformarsi in palestra di arrampicata: un’attrattiva per i giovani e una citazione del passato, visto che un secolo fa i bersaglieri già usavano la ripida parete a questo scopo. Infine niente Cidneon neppure nel 2022: resta una speranza sul 2023 ma le incognite sono tante, dopo che la Loggia ha accolto con freddezza la proposta di affidare il Festival delle luci a un nuovo soggetto a guida comunale.

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La Cappella Revedin non è per tutti

L’edificio è stato ristrutturato con i fondi post-sisma del 2012 senza però tenere conto dell’accessibilità per i disabili. Bertoncello: “Scelta contraria al Regolamento dei Piani Annuali 2013-2014 di Opere Pubbliche”

“Che il Signore sia sempre con noi”. Davanti al piazzale della ristrutturata Cappella Revedin di via Bologna, Luca Marchetti, un ferrarese che per via della sua disabilità vive e percorre la città sulla sua sedia a ruote, non ha altre parole per provare a descrivere l’ennesimo capitolo di una guerra, quella contro le barriere architettoniche, che i portatori di handicap sono costretti a combattere ogni giorno.

Erba alta, sentiero di accesso ghiaiato e una fila di quattro scalini infatti, come nel peggiore degli incubi, sono lì ad attenderlo e a impedirgli l’entrata alla struttura che, dopo i lavori di restauro avviati durante l’amministrazione Tagliani e ultimati dalla giunta Fabbri, a partire dall’inizio del 2021, è stata data in carico alla parrocchia della Sacra Famiglia, organizzatrice al proprio interno di una mostra esplicativa sulla Sacra Sindone, visitabile dai primi giorni di maggio. 

Ed è stato proprio l’interesse per l’esposizione della copia della reliquia a spingere Marchetti fin davanti all’ingresso della cappella per poi scontrarsi e fare irrimediabilmente i conti con la dura realtà, arrendendosi di fronte a una situazione insostenibile per chi è costretto a effettuare i propri spostamenti con una sedia a ruote, complice la totale impossibilità di accedere all’edificio e di usufruire di un’offerta culturale discriminatoria rispetto alle persone cosiddette “normali”.

Un contesto di disagio che ha visto anche l’intervento di Fausto Bertoncelli, ex responsabile dell’Ufficio Benessere Ambientale del Comune di Ferrara, avvisato tempestivamente dallo stesso Marchetti: “Mi meraviglio davvero che Andrea Maggi, a quel tempo assessore ai Lavori Pubblici, e Angela Travagli, assessore al Patrimonio, abbiano in più occasioni, in mia presenza e in quella di rappresentanti delle associazioni di disabili, manifestato in maniera aperta di essere sensibili e vicini ai fragili, fornendo il classico esempio per cui il detto ‘si predica bene ma si razzola male’ calza a pennello”.

Ma facciamo un passo indietro. “La cappella Revedin – ha evidenziato, riavvolgendo il nastro a qualche anno fa – è stata restaurata con i fondi regionali per il sisma del 2012, ma nonostante ciò non è stata resa accessibile a tutti, contrariamente a quanto prevede il Regolamento dei Piani Annuali 2013-2014 di Opere Pubbliche, Beni Culturali ed Edilizia Scolastica del Presidente Commissario delegato all’emergenza terremoto in Emilia Romagna, che specifica come siano ammesse a contributo, in caso di interventi per il ripristino con miglioramento sismico, tutte quelle opere previste dalle normative vigenti in materia di sicurezza e di eliminazione delle barriere architettoniche”.

In altre parole, qualora fosse stato necessario, oltre che a ristrutturare gli edifici, i fondi post-terremoto si sarebbero dovuti usare anche per garantire l’inclusività e l’accessibilità a tutti in autonomia, nessuno escluso. Cosa che sarebbe dovuta essere basilare ma che non è successa in via Bologna, a tal punto che, nel dicembre dello scorso anno, lo stesso Bertoncelli si è visto costretto ad inoltrare una segnalazione a Carlos Dana, Garante delle Persone con disabilità, per sapere quali decisioni erano state prese circa la questione.

Il responso però non è stato soddisfacente: “Dopo tre mesi mi hanno risposto che la Cappella Revedin era un’ex cappella funeraria che oggi ha perso il proprio ruolo ed è divenuta memoria di se stessa, tant’è che non riveste alcuna destinazione d’uso e che, vista la particolarità del bene, il Comune ha solo eseguito un intervento di miglioramento sismico strutturale con connesse altre opere di restauro dal punto di vista conservativo”.

Oggi però che la destinazione d’uso c’è, data l’esposizione sulla Sacra Sindone, la vicenda secondo lo stesso Bertoncello ha assunto contorni surreali, dal momento che “ci sono tre punti che devono essere chiariti, in quanto le norme impongono che se il luogo è aperto al pubblico deve essere accessibile a tutti, se si spendono soldi pubblici gli stessi devono essere spesi per opere e servizi che siano a portata di tutti e se l’opera realizzata è discriminatoria, diviene censurabile anche giurisdizionalmente nei confronti delle persone con disabilità, secondo la Legge 67 del 2006 per comportamenti discriminatori”.

“Allo stato attuale – ha concluso – pare che questa apertura rientri in tutti e tre i casi. Ritengo deludente che un Garante si limiti a fare il solo passacarte, inoltrando risposte probabilmente e ignorantemente confezionate dai dirigenti o dagli amministratori. A questo punto mi chiedo quali siano i suoi compiti e quali quelli del nuovo Ufficio Accessibilità del nostro Comune, aperto dopo la chiusura voluta da questo sindaco dell’Ufficio Benessere Ambientale, che aveva un ruolo preventivo fondamentale. Sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensano le associazioni che rappresentano le persone con disabilità”.

di Davide Soattin da Estensa del 7/5/2021

Barriere architettoniche, l’ex assessore Spadoni: “Alla stazione stato vergognoso. Serve conflitto con Rfi”

 “Lo stato della stazione di San Benedetto è vergognoso”. L’accusa arriva dall’ex assessore alla mobilità Luca Spadoni, intervenuto durante l’iniziativa sul tema della disabilità organizzata dal Movimento Cinque Stelle. “Non dipende dal Comune – precisa l’esponente di Cambia San Benedetto – mettiamo anche in agenda un conflitto con Rfi. Facemmo una volta una occupazione simbolica delle banchine, quando ci tolsero alcune corse. Un’azione simile va fatta. Alla stazione non ci sono barriere architettoniche, è proprio inaccessibile ai diversamente abili”.

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Enna – Palazzo Chiaramonte : quelle barriere mai abbattute!

Finito il periodo di feste e luminarie, certamente gradite, cerchiamo di pensare a qualche cosa di più serio. Il complesso di Palazzo Chiaramonte in piazza S. Francesco (all’anagrafe Vittorio Emanuele II) comprende la Chiesa di S. Francesco e le stanze conventuali, gli uffici dell’anagrafe e della ragioneria, la biblioteca comunale, la sala Cerere (l’unico vera aula per convegni della città) e le sale annesse, tra cui la sala Proserpina, adibita ai matrimoni civili.

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Roma-Lido, protesta dei pendolari: «Ascensori fermi, odissea per i disabili»

Ancora proteste per la ferrovia Roma-Lido. «La settimana è iniziata nel peggiore dei modi per i pendolari della Roma-Lido – denuncia Pietro Malara capogruppo FdI in Muncipio X – Mentre l’ultimo rapporto di Legambiente certifica il fallimento nella gestione della linea ferroviaria, che negli ultimi sei anni ha perso il 45% dei viaggiatori, i passeggeri con mobilità ridotta continuano a denunciare una situazione inaccettabile: il bollettino diramato dal Comitato Pendolari Roma-Ostia fa sapere che ieri risultavano bloccati 14 impianti di traslazione su 30 tra le stazioni Colombo e Vitinia. Scale mobili e ascensori fermi, a svantaggio di tutti coloro che hanno problemi di deambulazione o si muovono con carrelli, passeggini e port-enfant.

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Palazzo Trissino (Vicenza)

Sede istituzionale del Comune di Vicenza, sorge all’angolo tra corso Palladio e contrà Cavour. Venne edificato nella seconda metà del Cinquecento dall’architetto Vincenzo Scamozzi per Galeazzo Trissino. Ospita la Sala degli Stucchi, lo studio del sindaco, la sala della giunta comunale ed è collegato alla Loggia del Capitaniato, che ospita la sala del Consiglio Comunale.

Vista di Palazzo Trissino da Corso Andrea Palladio
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Piranesi oggi, alla casa di Goethe (Roma)

Il 4 ottobre 1720 nasce il gigante dell’incisione Giambattista Piranesi (1720-1778).

La Casa di Goethe, l’unico museo tedesco all’estero (Finanziamento: Incaricata del Governo Federale per la Cultura e i Media e AsKI e.V.) rende omaggio al grande artista con un confronto particolare: Una quarantina di incisioni della propria collezione, Vedute di Roma e Capricci sono accostate ad opere di artisti contemporanei tedeschi e italiani. Ancora oggi l’immaginario collettivo e l’insegnamento artistico di Piranesi sono intensi. La mostra a cura di Maria Gazzetti, direttrice della Casa di Goethe, è uno straordinario dialogo tra artisti e architetti di oggi con Piranesi.

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La casa di Goethe a Roma

La Casa di Goethe è un museo e centro culturale sito a Via del Corso 18, nel rione Campo Marzio a Roma. È dedicato a Johann Wolfgang von Goethe ed il suo Viaggio in Italia, compiuto dal 3 settembre 1786 al 18 giugno 1788 e pubblicato come libro tra 1813 e 1817. La Casa di Goethe si trova nell’appartamento dove Goethe soggiornò durante la sua permanenza a Roma insieme al suo amico Johann Heinrich Wilhelm Tischbein. Il museo è sotto la guida di Maria Gazzetti ed è un’istituzione dell’Associazione Tedesca degli Istituti di Cultura autonomi (AsKI e.V.) con sede a Bonn.

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Girando in carrozzina per Varese: quanti ostacoli

Abbattimento delle barriere architettoniche e sostegno alla disabilità: ma alle parole fanno seguito, poi, i fatti? Assieme a Mirko (che da anni, ormai, sta combattendo contro la sclerosi multipla), abbiamo voluto provare direttamente a muoverci anche noi in sedia a rotelle.

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Roma “città dell’attesa eterna”?

«Roma è una città stupenda – scrive Maddalena Botta -, davvero eterna, ma ancora decisamente perfettibile, per quel che riguarda la fruibilità da parte delle persone con disabilità motoria»: il racconto di una breve vacanza a Roma in sedia a rotelle, fatto di bei momenti passati nei musei, ma anche di grandi disagi vissuti a causa dei trasporti, cercando ad esempio un taxi attrezzato in ora serale. «Spero dunque – conclude Botta – che la Capitale garantisca una flotta di mezzi attrezzati anche alla sera, prenotabili al momento, per non diventare la “città dell’attesa eterna”…»

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