Un giro alla scoperta del Duomo di Siena

Un giro alla scoperta del Duomo di Siena

Il Duomo di Siena, la cui mole si innalza nella omonima piazza, costituisce uno degli esempi più insigni di cattedrale romanico-gotica italiana. Accedere a questo luogo significa elevare lo spirito, aprirsi all’arte e conoscere uno dei più preziosi tesori della città.

Il Duomo di Siena, la cui mole si innalza nella omonima piazza, costituisce uno degli esempi più insigni di cattedrale romanico-gotica italiana. Secondo la tradizione, quella attuale sostituisce una prima chiesa dedicata a Maria, eretta intorno al sec. IX, sorta nel luogo in cui si trovava un tempio offerto a Minerva. Sempre da notizie prive di una precisa documentazione, apprendiamo che l’edificio fu consacrato nel 1179, alla presenza del papa senese Alessandro III Bandinelli, dopo l’avvenuta pace col Barbarossa.

Nell’aprile 1259 si registra un pagamento di sei soldi a magistro Nichole de Opere Sancte Marie. Si tratta probabilmente di una prima menzione di Nicola Pisano, fra gli artisti più innovativi del XIII secolo, cui dobbiamo il celebre pulpito, oggi collocato nel transetto sinistro del Duomo. Il figlio Giovanni, magister dell’Opera negli anni tra il 1284 e il 1297, sarà la figura chiave nella costruzione della parte inferiore della facciata. A Giovanni Pisano appartengono anche le sculture di profeti, sibille e filosofi che anticamente decoravano la facciata e ora custodite all’interno del Museo dell’Opera (sostituite, nel corso del XIX e XX secolo, da copie).

Nel tardo 1262 è documentata l’acquisizione di una domus destinata ad ospitare la sede dell’Opera e il laboratorio dei maestri, ove vengono lavorati i marmi usati nella costruzione del Duomo. Durante il 1263 si acquistano piombo per la copertura della cupola e rame per la mela che la coronava. La cupola è quindi compiuta a questa data (la lanterna è un totale rifacimento in stile del 1667).

Capolavori nella CATTEDRALE

All’interno, la cattedrale di Siena conserva numerosi capolavori eseguiti nei vari secoli. L’opera, per più versi eccezionale, è il pavimento, secondo la definizione del Vasari: “il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto”…

Pinturicchio, Allegoria del Monte della Sapienza

Pinturicchio, Allegoria del Monte della Sapienza

… secondo la definizione di Giorgio Vasari. Iniziato a partire dal XIV secolo è stato concluso soltanto nell’Ottocento. I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono forniti da importanti pittori e scultori, tutti senesi, tranne Bernardino di Betto detto il Pinturicchio, autore, nel 1505, della tarsia con il Colle della Sapienza. La tecnica utilizzata per trasferire l’idea dei vari artisti sul pavimento è quella del commesso marmoreo e del graffito.

Scultura

Per quanto concerne la scultura, nel Duomo di Siena hanno lavorato i più grandi scultori di ogni epoca: da Nicola Pisano che realizzò il pulpito dal 1265 al 1268, al figlio Giovanni autore delle sculture della facciata, sopra ricordate, da Donatello, di cui resta la statua del Battista nella omonima cappella, a Michelangelo che scolpì San Pietro e San Paolo, San Pio e Sant’Agostino per l’altare Piccolomini, fino Gian Lorenzo Bernini della cui arte recano testimonianza la Maria Maddalena e il San Girolamo della Cappella del Voto.

Gian Lorenzo Bernini, San Girolamo
Altare Piccolomini
Donatello, San Giovanni Battista
Nicola Pisano, Pulpito
Altare maggiore con Ciboreo Bronzeo
Antonio Federighi, Acquasantiera

Ma nella cattedrale restano anche le opere di altri scultori, quali Tino di Camaino che eseguì il monumento-sepolcro del Cardinale Riccardo Petroni, Urbano da Cortona, Antonio Federighi, di cui si ricordano le splendide acquasantiere addossate ai primi due pilastri della navata centrale e il pozzetto del Sabato Santo nella Cappella del Battista, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, autore del Tabernacolo bronzeo che sovrasta l’altare di Baldassarre Peruzzi, Giovanni di Stefano, Francesco di Giorgio Martini che partecipa alla decorazione del Duomo con gli Angeli reggicandelabro, Domenico Beccafumi, che forgia otto angeli posti sui piloni vicini all’altar maggiore, Giuseppe Mazzuoli, Melchiorre Caffà, Antonio Raggi, Pietro Balestra, autori dei Monumenti dedicati ai pontefici.

Libreria Piccolomini
Pittura

Sebbene molte opere siano oggi conservate al Museo dell’Opera e in altre collezioni italiane e straniere, nella cattedrale di Siena restano anche numerose pitture: tavole, tele e cicli a fresco. Seguendo un ordinamento cronologico, possiamo ammirare la Madonna del Voto, all’interno dell’omonima cappella, attribuita a di Dietisalvi di Speme.

La Libreria Piccolomini costituisce un unicum, un monumento di assoluto rilievo per il ciclo di affreschi, eseguiti da Pinturicchio e dalla sua bottega, fra il 1503 e il 1508, raffigurante la biografia di Pio II con la sfavillante volta a grottesche. Nelle apposite vetrine lungo le pareti della sala, si trovano conservati antifonari e graduali del XV e XVI secolo, decorati al loro interno con raffinate e preziose miniature non solo ad opera di artisti senesi ma anche di Liberale da Verona e Girolamo da Cremona, chiamati a lavorare a Siena nella seconda metà del Quattrocento, i quali influenzarono assai la locale pittura senese.

Pinturicchio, Incontro tra Federico III e Eleonora

Pinturicchio, Incontro tra Federico III e Eleonora

Ventura Salimbeni, Santi e beati senesi

Ventura Salimbeni, Santi e beati senesi

Nella zona presbiteriale, si osservano i quattro grandi affreschi di Ventura Salimbeni (1610), il pittore che, insieme al fratellastro Francesco Vanni e ad Alessandro Casolani, è protagonista dell’arte senese tra Cinque e Seicento. Le scene raffigurano la Caduta della manna ed Ester e Assuero fra due laterali con Santi e beati senesi.

Di notevole interesse, infine, la serie delle pale degli altari del Duomo, ancora oggi poco conosciute dal pubblico più vasto e che meritano invece una focalizzazione in quanto opere assai rappresentative del XVII secolo e non solo di ambito locale: basti pensare a Carlo Maratta e Mattia Preti.

Dietisalvi di Speme, Madonna col Bambino
Carlo Maratti, Visitazione
Alessandro Casolani, Adorazione dei pastori
Vetrate

La cattedrale conserva inoltre una serie di pregevoli vetrate. La più importante, quella di Duccio di Buoninsegna, un tempo collocata sopra l’abside, è stata di recente trasferita nel Museo dell’Opera e sostituita da una copia. Nell’occhio della facciata è invece posta una vetrata raffigurante l’Ultima cena, eseguita nel 1549 da Pastorino de’ Pastorini, allievo di Guillaume de Marcillat. In basso, al centro, si osserva lo stemma, sorretto da due putti, del rettore che commissionò l’opera, Azzolino de’ Cerretani, insieme al nome dell’artista e la datazione. Si segnalano poi due vetrate della bottega di Domenico Ghirlandaio, poste nella cappella del Sacramento e in quella di Sant’Ansano e una serie di dodici aperte lungo il tamburo della cupola, realizzate nel 1886 da Ulisse de Matteis.

Duccio di Buoninsegna, Vetrata
Pastorino de' Pastorini, Ultima Cena
Domenico Ghirlandaio, Vetrata con santi - Duccio di Buoninsegna, Sant'Ansano
Veduta d'insieme del coro
Coro

.Ricordiamo infine il coro, una delle opere più conosciute della lunga e feconda carriera artistica di Fra Giovanni da Verona(1456-1525), intarsiatore e intagliatore di grande rilievo nel panorama storico-artistico del XVI secolo. Le trentotto tarsie appartenevano in origine al coro dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore (1503-1505), ma, nel 1813, per volontà dell’arcivescovo di Siena, Antonio Felice Zondadari, furono trasportate in Duomo e inserite nelle due ali laterali del primitivo coro trecentesco. L’artista concepì, grazie alle sue notevoli capacità di faber lignarius, magnifici oggetti e simboli connessi alla scienza e alla teologia.

Giovanni da Verona, tarsia del coro

Il Duomo è accessibile per mezzo di rampa dedicata posta sul lato sinistro dell’edificio.

Il Museo, la Cripta e il Battistero attualmente non dispongono di strumenti che permettono l’accessibilità ai disabili.

Immagini e testok sono tratti dal sito: Siena città metropolitana.

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