Marinetti pensa con la pelle: la rivoluzione del tatto nell’arte

Può essere “eccitante”, “volitivo”, “morbido” ma anche “freddo”, “irritante”, “nostalgico”: è il tatto, senso che – per Filippo Tommaso Marinetti – è il nuovo cuore pulsante dell’arte. Lo annuncia cento anni fa, il 14 gennaio 1921, al Théâtre de l’Oeuvre di Parigi. Il padre del Futurismo declama a gran voce: “Nasce un senso visivo alla punta delle dita, il tatto si scinde in diversi modi e si localizza in altri punti. I gomiti vedono. Le ginocchia ascoltano”.

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