Nel giorno della presentazione del progetto di quello che sarà il futuro di via Roma, a tornare proprio sull’argomento via Roma è Signa Tricolore, per voce di Alberto Danese, Alessandro Mori e Roberto Parretti. “Troppo spesso – dicono in una nota – parliamo di via Roma per le sole problematiche inerenti il traffico veicolare, tralasciando quelle che riguardano i pedoni e la possibilità di questi di muoversi liberamente e in tutta sicurezza.
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La situazione poi peggiora se ci spostiamo nella zona della Costa, dove da anni, periodicamente, viene posta all’attenzione la problematica della passerella sull’Arno con tutta quella serie di ostacoli e impedimenti che non consentono all’utente in età avanzata, portatori di handicap o semplici mamme con neonati al seguito, di usufruirne, tanto che ancora oggi, nel ventunesimo secolo, l’Arno rappresenta una barriera insormontabile. La necessità per gli abitanti de La Costa di recarsi a Ponte a Signa, si è fatta poi maggiormente sentire con il passare del tempo, per la progressiva chiusura degli esercizi pubblici precedentemente esistenti in gran numero nella zona; l’area compresa fra il sottopasso ferroviario e il fiume Arno, infatti, già da prima dell’attuale crisi e per cause riconducibili esclusivamente alla tremenda viabilità quotidiana, ha visto chiudere quei negozi indispensabili alla vita di tutti i giorni: dal piccolo supermercato alla mesticheria, dal negozio di abbigliamento a quello di elettrodomestici, oltre alla pizzeria e al punto Aci”.
“Fortunatamente – aggiungono – sono ancora presenti in zona farmacia e studi medici e uno storico negozio che rappresenta nel suo genere una nicchia. Ma da cosa sono rappresentate queste barriere architettoniche? Per prima cosa non esiste una rampa accessibile ai portatori di handicap o a giovani genitori e nonni con al seguito bambini sul passeggino che quindi fisicamente si trovano di fronte a una barriera insuperabile. Infatti i pedoni, da lato Signa, accedono alla passerella e al ponte esclusivamente mediante dei gradini. Chi tentasse di usufruire della strada, si troverebbe costretto a condividere la strada stessa con i veicoli a motore per la mancanza di un marciapiede che invece risulta presente sul lato Lastra a Signa. Come ben sappiamo, i collegamenti esterni dovrebbero essere scevri da scalini, avere una larghezza minima di 120 centimetri e una pendenza auspicabile dell’8% fino al massimo del 12%: nessuno di questi parametri è esistente nell’affrontare da Signa l’attraversamento del fiume Arno e pensare che la norma è in vigore dal 1989”.
“Tuttavia, – concludono – anche chi è normodotato e in grado di muoversi autonomamente, trova grandi difficoltà nell’affrontare le rampe di scale, entrambe estremamente ripide e sconnesse, soprattutto quelle della passerella. La situazione è ben nota all’amministrazione comunale per i richiami fatti ormai da oltre un decennio da parte di cittadini e forze politiche ma, nonostante se ne faccia menzione nei vari programmi elettorali e nei programmi amministrativi che a ogni inizio consiliatura sono votati dalla maggioranza, non risulta che esista a oggi un progetto per l’adeguamento alle norme di legge, ma soprattutto del buon senso e della buona gestione. L’intervento è stato ora inserito nel Piano triennale dei lavori pubblici 2021-2023, vedremo se rientrerà fra le opere che vedranno una fine o se sarà destinata a un ulteriore rinvio”.
Da Piananotizie.it 14/12/2020
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