Recanati. «Un progetto per rendere la cultura accessibile a tutti»

Recanati. «Un progetto per rendere la cultura accessibile a tutti»

Era particolarmente soddisfatto Aldo Grassini, presidente del museo Omero di Ancona, quando ieri mattina, all’interno del museo Gigli di Recanati, ha firmato assieme al sindaco Bravi e all’assessore alla cultura Soccio un protocollo d’intesa per elaborare insieme il progetto di abbattimento delle barriere, non solo architettoniche ma anche sensoriali e cognitive, per poter garantire a tutti di accedere alla struttura museale in piena libertà.

«È una vera e propria rivoluzione che si sta attuando in Italia e questa sensibilità, per fortuna, sta entrando nella coscienza civile del paese – ha sottolineato Grassini -. Con il Prnn il ministro della cultura ha istanziato un fondo di 300 milioni di euro, non era mai successo prima e speriamo che diventi un fatto normale, non più eccezionale. È importante considerare l’accessibilità non come la ciliegina sulla torta, messa solo per abbellire». Il progetto finanziato, infatti, prevede non solo di unire i due musei, quello dedicato a Beniamino Gigli e il «MuM» (Museo della Musica), creando una continuità, ma prevede anche di potenziare la fruizione delle persone con disabilità attraverso strumentazioni e percorsi specifici.

Particolare attenzione sarà rivolta a rendere più inclusive le visite e i laboratori rivolti alle scolaresche, con una formazione mirata che potrà coinvolgere le associazioni e le Università del territorio. «È un momento importante questo di oggi, ha confermato il sindaco Bravi, ci fa piacere e ci fa fare un salto di qualità importante ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto la collaborazione con il museo di Ancona perché vogliamo che le cose vengano fatte nel modo migliore possibile. Siamo in strutture storiche, quindi le difficoltà saranno molte e gli interventi non saranno facilmente realizzabili e per questo servirà esperienza e competenza».

Una soddisfazione sottolineata anche dall’assessore Soccio che ha voluto ringraziare il personale dell’ufficio tecnico, ad iniziare dall’architetto Paduano, quello dei servizi sociali, in particolare Francesca Pallotta, e cultura «che ci ha aiutato ad ottenere questi fondi. Bisogna mettersi nei panni di un disabile per capire fino in fondo i problemi, ma è molto difficile ed è per questo che è importante collaborare con chi ci convive quotidianamente. Spero possa essere un esempio per gli altri musei».

Toccante, infine, l’intervento di Daniela Bottegoni, moglie di Grassini, entrambi non vedenti che nel 1985 hanno dato vita al Museo Omero: «Da ragazzina – ha ricordato – ho studiato pianoforte e flauto e oggi l’idea di avere un museo della musica, dove poter scoprire come nasce un brano o conoscere strumenti nuovi, è esaltante, sarà un arricchimento ulteriore».

Da Il Resto del Carlino del 14 aprile 2023 di Antonio Tubaldi

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