Rampe, scalini e dislivelli «Questa è la città ad ostacoli»

Rampe, scalini e dislivelli «Questa è la città ad ostacoli»

Strisce pedonali che “sbattono” sul marciapiede, percorsi pedonali accidentati, scalini, rampe non a norma. Bagni per disabili “improvvisati” e non adeguati. Sono alcuni dei mali che rendono le città non realmente inclusive. E Vicenza non fa eccezione, con alcuni casi esemplari emersi negli ultimi tempi, dall’ascensore che porta alla terrazza in Basilica fuori uso per mesi alle segnalazioni più recenti, come la rampa di accesso al cinema Odeon troppo ripida per essere utilizzata, e dunque in realtà una nuova barriera, e marciapiedi-trappola che impediscono a chi si muove in sedia a rotelle di farlo in sicurezza.

Gli ostacoli.

Una battaglia non semplice, quella contro le barriere architettoniche, come sa bene Dario Ceroni, rappresentante Uildm di Vicenza e componente del direttivo regionale Fish Veneto. «Il nostro approccio – evidenzia – è rivolto sia alla disabilità motoria, che sensoriale. In un recente convegno tenuto a Vicenza si è parlato della necessità di creare un centro regionale di informazione sulle barriere architettoniche, un Criba, come già fatto in altre regioni. Potrebbe diventare molto interessante anche per Comuni, tecnici, progettisti».

Un tassello utile, secondo i promotori dell’iniziativa, per rafforzare il lavoro di presa di coscienza e di promozione di «un’urbanistica e un’edilizia rispettose dei bisogni di tutte le categorie di utenti e dei cittadini più in generale». «In provincia di Vicenza – continua – molti Comuni hanno già adottato il PEBA, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche, e questo è un segnale positivo, perché significa che c’è sensibilità sul tema. Il Piano contiene infatti criticità, soluzioni e un piano economico per valutare quanto viene a costare l’eliminazione delle barriere». Quel che conta, però, secondo Ceroni, è creare e mantenere viva anche una «collaborazione con le associazioni dei disabili». La sintesi è una: «La sensibilità è cresciuta, come l’impegno, ma c’è ancora lavoro da fare».

E tra le barriere fisiche più segnalate restano «i gradini, soprattutto negli esercizi pubblici, i bagni negli edifici pubblici, che normalmente hanno scale, scalini o sono stretti e non permettono di muoversi con le carrozzine, o mancano i maniglioni. Eppure ci vuole poco», riepiloga. Fare di più, secondo Ceroni, si può: «Forse non tutti sanno che oggi c’è un bonus 75 per cento per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, e non è rivolto solo a persone disabili. Tutti possono accedervi, anche i negozi. È un’opportunità importante. Poi bisognerebbe che le amministrazioni locali fossero più incisive in materia di adeguamento degli stabili. Oggi, ad esempio, c’è l’obbligo di abbattere le barriere solo in caso di restauro di un esercizio pubblico, ma se c’è un semplice subentro nell’attività si può proseguire anche se gli spazi non sono adeguati». Rampe “impossibili” Dalla panoramica generale al particolare. Con “muri” contro i quali rischiano di sbattere ogni giorno in città le persone con disabilità.

Anche quando sembra tutto a posto. È il caso del cinema Odeon, dove c’è la rampa della Società generale mutuo soccorso che porta all’ingresso «ma la pendenza non è a norma, quindi salire e scendere per una persona in carrozzina è pericoloso».

A sollevare il caso è l’avvocato Mario Allegra: «Il principale cinema del centro città è inaccessibile alle persone con disabilità motoria, come me. Ho inviato una mail con posta certificata sia al sindaco che al comando di polizia locale a novembre 2022 e poi un sollecito il 10 maggio 2023, ma senza risposta».

Ciò che Allegra denuncia è la «discriminazione in violazione delle leggi in materia», riservandosi «di chiedere risarcimento per i danni subiti».

«Mi chiedo come sia possibile che nessuno si indigni – continua – di fatto si tollera che esista un divieto di ingresso ai disabili motori in una struttura che offre un servizio aperto al pubblico. Mi chiedo come il Comune possa avere dato l’agibilità alla struttura. Anche l’ascensore che porta alla terrazza della Basilica è fuori uso da mesi e questo vuol dire che per tutta una parte di cittadini, l’accesso è impossibile».

L’Odeon è consapevole del problema e la macchina per trovare una soluzione, è la rassicurazione che arriva, si è già messa in moto a fine 2022. Ma i tempi sono lunghi. La soluzione studiata prevede l’adeguamento dell’ingresso laterale, eliminando lo scalino. Una stradina che sarebbe però privata e dunque, oltre all’ok delle Belle Arti, serve il dialogo con i titolari, già avviato. Marciapiede trappola«Tra buche e radici questo è un percorso ad ostacoli». E invece dovrebbe essere un normale marciapiede, accessibile a tutti. La protesta parte da viale Manzoni, laterale di viale D’Alviano.

Strada che anche Roberto Grotto, 63 anni, residente nella vicina via Pajello, vorrebbe percorrere in autonomia, ma non può. «Se esco da solo o faccio uno sforzo enorme, rischiando anche di bloccarmi, o scendo in strada dove passano le auto. Altrimenti mi devono accompagnare. Ma mi piacerebbe potermi muovere da solo». Grotto è in sedia a rotelle e ha problemi cardiaci.

«Ho subito due interventi. Non posso fare tutti questi sforzi». Con lui c’è un vicino di casa, un amico, che lo accompagna. «Vede – dice Grotto – oltre alle radici, alle crepe e alle buche c’è anche il problema dei passaggi pedonali». Perché in effetti lungo il marciapiede destro, provenendo da viale D’Alviano, le strisce sbattono sullo scalino del marciapiede.

«E una volta arrivato qui, cosa faccio?».

Da Il Giornale di Vicenza del 30 luglio 2023 di Alessia Zorzan

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