Palazzo Milzetti diventa più accessibile

Palazzo Milzetti diventa più accessibile

. Il percorso espositivo del Museo dell’Età Neoclassica si dota di supporti tattili, visivi e uditivi per non vedenti, ipovedenti e non udenti «Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure». C’è il proemio dell’Odissea sulle labbra del professor Alessandro Iannucci al momento dello svelamento del nuovo percorso espositivo di palazzo Milzetti, che la Direzione regionale dei Musei dell’Emilia Romagna ha curato in collaborazione con gli studenti di Beni culturali dell’Università di Bologna, presentato al pubblico ieri dalla direttrice del museo Elena Rossoni e da Giorgio Cozzolino, al timone della Direzione musei. L’approdo a palazzo dei supporti tattili, visivi e uditivi per ipovedenti e non udenti giunge in contemporanea con i duecento anni dalla morte di Felice Giani e con i cinquant’anni dell’acquisizione del palazzo da parte del Ministero per i Beni culturali, il quale qui diede poi vita al Museo del Neoclassicismo che da allora molti hanno avuto modo di visitare.

«Molti, ma non abbastanza», prosegue Iannucci, docente di letteratura greca e direttore del FrameLab dell’Università «Perfino alcuni di noi non lo conoscevano come invece avrebbe meritato. La sensazione da cui si viene travolti passeggiando per queste sale coincide con quella sete di saperne di più che assale quando ci si approccia all’Odissea, raffigurata qui sulle pareti, sulle volte».

È la stessa febbre di vivere che tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, contemporaneamente al prendere piede degli ideali illuministi, investì il conte Francesco Milzetti e Felice Giani, cioè il committente e l’artista del ciclo di tempere che decora il palazzo, e che ora dialogano in prima persona nei brani che accompagnano la visita lungo le sale del museo. Racconti accompagnati da versioni in lingua italiana dei segni, da testi redatti in caratteri ad ampia leggibilità, ma anche da una mappa tattile del museo, e perfino dalla riproduzione di alcune opere, la prima delle quali a sbarcare a palazzo è stata la Proserpina di Hiram Powers, che i visitatori ipovedenti potranno accarezzare.

Come tutti i palazzi dai soffitti decorati, anche la creatura di Milzetti e di Giani richiederebbe molte ore con lo sguardo rivolto verso l’alto: un’esperienza che lascia senz’altro ammirati, ma talvolta anche stremati. È rivolto dunque a tutti i visitatori «il touch screen che consentirà di esplorare in alta definizione ciascuna delle scene dell’Iliade, dell’Odissea e degli altri testi antichi cui si ispirò Giani», evidenziano i direttori Rossoni e Cozzolino. «Saranno osservabili dettagli altrimenti difficilmente percepibili».

Il museo si è dotato pure di un nuovo logo, che riprende le forme ottagonali e le colonne della sala del Tempio di Apollo: queste e altre novità saranno presentate al pubblico domani in occasione dell’apertura serale straordinaria del museo, dalle 19 alle 22, e di nuovo durante le due giornate di studi dedicate a Giani, curate dall’Università.

Ciascuna parte d’Italia guarda a un’epoca diversa della storia con particolare orgoglio. «In Romagna e in particolare a Faenza il periodo storico che ci dà l’impressione di splendere più luminoso è senz’altro quello del Neoclassicismo, contemporaneo all’epoca napoleonica e alla prima proclamazione della Repubblica, nel 1796», interviene il sindaco Massimo Isola. «È allora che i palazzi di una città che fino a pochi mesi prima era parte dello Stato pontificio cominciarono a popolarsi delle scene tratte dai classici». A Palazzo Milzetti tutto, com’è noto, si è fermato all’epoca napoleonica: gli interni hanno attraverso gli ultimi due secoli senza subire pressoché alcuna modifica. Un fattore che, unito alla difficoltà di ricavare spazi su pareti così intensamente decorate, non ha reso semplicissimi gli interventi, che però il Palazzo ha voluto a tutti i costi ultimare. «Si tratta di tecnologie non invasive», concludono Rossoni e Iannucci, «ma che anzi, come le Muse, consentiranno a tutti di poter conoscere».

Da Il Resto del Carlino del 31 marzo 2023 di Filippo Donati

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