Nonni, mamme e disabili: marciapiedi e uffici, il centro di Avellino è inaccessibile

Nonni, mamme e disabili: marciapiedi e uffici, il centro di Avellino è inaccessibile

Provando a immedesimarsi nella prospettiva di una persona in sedia a rotelle o a una mamma che spinge il passeggino, oppure ad un ciclista in fuga dal traffico, che debba svolgere quotidianamente delle commissioni nelle strutture pubbliche o, più semplicemente, spostarsi tra le strade cittadine, il capoluogo irpino è una sorta di giungla urbana. Partendo dagli edifici di competenza comunale, il caso più emblematico è proprio quello di Palazzo di città. Al suo interno sono presenti degli ascensori per raggiungere gli uffici collocati ai piani superiori ma, come tante volte è stato segnalato da più parti, si tratta di impianti obsoleti e che, per ragioni di spazio, non permettono l’ingresso a tutte le tipologie di carrozzine per disabili.

Quindi, pur essendo funzionanti, non rispettano le norme vigenti in materia di accessibilità. La situazione è simile spostandosi da piazza del Popolo alla vicina piazza Libertà. Qui, infatti, una persona diversamente abile non ha la possibilità di utilizzare i bagni pubblici, che sono collocati al piano interrato. In questo caso gli ascensori sono di ultima generazione, tuttavia l’impianto risulta perennemente spento.

A salvarsi non è nemmeno il palazzo delle Poste centrali. In particolare, l’ingresso agli uffici postali presenta una serie di appena sei gradini, che diventano però una barriera architettonica invalicabile. Lo sanno bene i dirigenti dell’istituto, che difatti hanno provveduto a installare un montascale. Eppure, allo stesso tempo, manca una figura predisposta a metterlo in uso. Vale a dire che, quando una persona in sedia a rotelle si reca agli uffici di via De Sanctis, quel montascale può solamente guardarlo. Una visione che, tra l’altro, restituisce un’idea di disuso. Il dispositivo, infatti, è perennemente avvolto da un polveroso telo di plastica, indice della frequenza con la quale viene attivato. Inoltre, provando ancora a mettersi nei panni di chi ha esigenze di mobilità diverse, il quadro sembra di gran lunga peggiorare quando dagli edifici pubblici si passa alle strade. Fatta eccezione per corso Vittorio Emanuele II e piazza Libertà, tutti gli altri percorsi obbligano chi si sposta in sedia a rotelle a praticare la gimkana tra marciapiedi dissestati, privi di scivoli, ostruiti o addirittura assenti. Alcuni sono saltati a causa delle radici degli alberi, come quelli in via De Gasperi e in via Tedesco. Altri, invece, sono ostruiti dalla segnaletica stradale, come accade a via Pianodardine, dove il cartello che segna l’inizio del territorio comunale sbarra il passaggio agli abitanti della zona.

Il grande danno alla mobilità inclusiva è però stato fatto dalla metropolitana leggera, per almeno due motivi. In primis, i pali necessari al suo funzionamento sono stati installati proprio sui marciapiedi, rappresentando la barriera architettonica di Avellino per eccellenza. Poi, la riduzione della carreggiata, ripensata per ospitare la corsia riservata ai nuovi bus, ha limitato ulteriormente i movimenti. Perciò, se prima le persone con disabilità, ma anche anziani, ciclisti e mamme con passeggini, in extrema ratio, potevano ovviare al problema dei marciapiedi percorrendo direttamente la strada, adesso questa possibilità è esclusa o comunque pericolosissima.

Infine, bisogna fare i conti anche con la questione del parcheggio selvaggio, favorito dalla carenza di controlli da parte della polizia locale, che costringono alla pratica dello slalom in sedia a rotelle.

Dunque il diritto alla circolazione in sicurezza di molti cittadini di Avellino, allo stato attuale, appare negato.  

Da Il Mattino del 1 luglio 2023

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