Limitazioni alle carrozzine elettriche? Dibattito aperto tra le associazioni

Limitazioni alle carrozzine elettriche? Dibattito aperto tra le associazioni

Legambiente e Anglat preoccupate dell’emendamento al decreto Mille proroghe che apporterebbe limitazioni. Per Fish invece “le carrozzine sono dispositivi medici, non sono veicoli e l’emendamento non le tocca”

ROMA – E’ di tre giorni fa l’allarme lanciato da Legambiente, tramite una nota diffusa alla stampa, in merito ai rischi per il diritto alla micro mobilità (e la positiva ricaduta sull’ambiente) derivante dalle limitazioni previste da un emendamento al decreto Mille proroghe proposto dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. L’associazione ambientalista, tramite il suo vicepresidente nazionale Edoardo Zanchini, denunciava il fatto relativamente a veicoli a mobilità elettrica e sostenibile e poi apportava, come segno di un “approccio punitivo” sotteso a tali restrizioni, anche quanto previsto nei confronti delle carrozzine elettriche, “su cui è in corso una rilevante evoluzione  – scrive Legambiente – e che rientrerebbero, se superano la velocità di 6 km/h, nella definizione di ‘veicoli atipici’. Per una persona disabile che circola con una carrozzina elettrica su strada – peraltro sono spesso obbligati a farlo perché è impossibile passare sui marciapiedi – la sanzione passerebbe da 92 euro massimo a 800 con sequestro e distruzione della carrozzina. Si tratta di almeno 10 mila mezzi di questa natura, talvolta prescritti e assegnati dalle stesse ASL in diverse regioni. Il Governo – così si conclude la nota di Zanchini – avrebbe dovuto seguire un altro percorso, aprendo il confronto sul disegno di legge di revisione del Codice della Strada, attualmente in Parlamento, e con l’idea di trovare regole capaci di promuovere una vera innovazione nell’utilizzo delle strade urbane da aprire a mezzi non inquinanti. Vogliamo ricordare al Ministro delle infrastrutture De Micheli che le strade non sono delle automobili e che occorre lavorare per ridurre la velocità nelle aree urbane e al contempo non ostacolare le diverse forme di mobilità elettrica e sostenibile”.

Sul punto risponde la Federazione nazionale superamento handicap (Fish), a cui abbiamo chiesto un commento, per bocca del suo presidente Vincenzo Falabella. “Le carrozzine sono dispositivi medici – spiega Falabella -. L’Unione europea ci ha già richiamato sul punto e l’Italia ha eseguito con la legge 210/2010. Le carrozzine non sono veicoli. Chi conduce una carrozzina deve seguire le regole dei pedoni. Quindi ad esempio attraversare sulle strisce. Si capisce ben poco da questo testo cosa ci azzecchino le carrozzine”.

Oggi nel dibattito entra l’Anglat, che sulla propria pagina Facebook supporta e condivide la preoccupazione di Legambiente: “Apprendiamo da fonti giornalistiche che Legambiente ha lanciato l’allarme su di un emendamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al Decreto Mille proroghe in esame alla Camera, che interviene limitando micro mobilità e sharing all’interno delle città. Nel merito – prosegue il presidente dell’Associazione nazionale guida legislazioni handicappati, Roberto Romeo – si parla di una limitazione di velocità non superiore ai 6 km orari per taluni mezzi come monopattini e altri. Se la notizia fosse confermata sarebbe un fatto grave, perché tra i mezzi che superano tale limite, e che rientrerebbero nei cosiddetti ‘veicoli atipici’, soggetti oltre che ad una sanzione amministrativa pari a 800 €, anche all’immediata distruzione, vi sono le sedie a ruote elettriche utilizzate dai cittadini con gravi disabilità neuromotorie o con pluri  disabiltá. Ci auguriamo innanzitutto che la notizia venga smentita, ma l’allarme che ha suscitato tra le persone con disabilità motoria ci obbliga a richiamare il Governo ad una più attenta valutazione delle norme che pone in campo, anche sotto il profilo dell’impatto su settori apparentemente lontani dal mondo delle disabilità, in quanto l’emendamento denunciato da Legambiente porrebbe a rischio la circolazione delle sedie a ruote elettriche che, peraltro, vengono erogate dalle Asl, in quanto riconosciute ‘ausili per la mobilità esterna’ delle persone con disabilità, e quindi incluse nel nomenclatore tariffario. A nostro avviso, dunque, sarebbe necessario, sempre se l’emendamento fosse confermato, riflettere sulla portata della norma e intervenire ‘escludendo’ gli ausili per la mobilità esterna motorizzati, di cui all’Elenco 2B dell’Allegato 5 del Nuovo Nomenclatore Tariffario (DPCM 12 gennaio 2017), ossia nello specifico, carrozzine elettroniche, carrozzine elettriche, kit di motorizzazione universale per carrozzine, sistema ausiliario di propulsione per carrozzine manuali, elettroscooter a quattro ruote”.

Rispondendo alla Fish, Anglat sottolinea che “l’allarme lanciato da Legambiente non solo è condiviso da parte di ANGLAT ma denota come il perimetro di influenza della legislazione in fieri sia vasto e che se non adeguatamente verificato, rischia di produrre effetti non desiderati o, peggio, lesivi dei diritti delle persone, in questo caso specifico con disabilità”. Anglat argomenta che “allo stato attuale certamente le carrozzine elettriche devono quindi comportarsi come i pedoni ma non possiamo nasconderci dietro la norma vigente per non considerare come le condizioni dell’area del piano stradale riservata ai pedoni, nella maggioranza dei casi, possa condizionare, come effettivamente condiziona, la mobilità delle persone in carrozzina che certamente non possono rischiare di ribaltarsi con il mezzo o peggio rimanere incagliate con le ruote a causa delle spesso precarie condizioni del manto stradale (già perché come ben sai ai pedoni è permesso di camminare anche sul lato della strada!) o del marciapiede”. Dunque per Romeo “bene ha fatto Zanchini, cui va il plauso di Anglat, a lanciare l’allarme per evitare il peggio. Già perché il problema non è se la carrozzina debba comportarsi da pedone e non sia un “veicolo”, il problema è il vuoto normativo che si determinerebbe nel caso in cui il progresso tecnologico renda tali mezzi più performanti e dunque più veloci e tali da superare la velocità di 6 km/h”. In questa ultima ipotesi, secondo Anglat “due sono le opzioni o viene aggiornato l’articolo 59 del codice della strada sui veicoli atipici, prevedendo con apposito decreto l’esclusione degli ausili di cui alla voce “12.23 carrozzine a motore elettrico” dell’allegato 5 del dpcm 12.1.2017, oppure si individua, nella norma generale, una precisa deroga per tali mezzi, collocandoli in un quadro di regole aderenti sia al diritto alla mobilità delle persone con disabilità sia alle inevitabili conseguenze di un progresso tecnologico che corre più veloce del legislatore”.

Da Redattore Sociale-7 feb 2020

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