La Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia

La Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia

Come ci capita spesso, si sente parlare molto spesso di Musei importanti, come Uffizi, Brera, Galleria Borghese ecc. ma il nostro meraviglioso Paese è straordinariamente ricco di arte e bellezze.
Anche Pinacoteche “minori” come Tosio Martinengo a Brescia contengono capolavori artistici ed architettonici di straordinaria bellezza. Incuriosire.it va alla ricerca anche delle realtà meno note per stimolare i propri lettori a visitare questi luoghi sconosciuti ai più.

A 9 anni di distanza dalla chiusura, la Pinacoteca Tosio Martinengo, ritorna ad essere un polo d’attrazione culturale nuovamente fruibile, pronta per offrirsi alla riscoperta da parte dei cittadini bresciani e dei turisti in visita alla città. Il raggiungimento di questo importante traguardo è stato possibile grazie alla dedizione – costante e attenta – spesa negli ultimi quattro anni da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, con il fondamentale contributo di Fondazione Cariplo. L’obiettivo di restituire uno spazio culturale rimasto per troppo tempo indisponibile è stato soddisfatto: al progetto di rifunzionalizzazione e ristrutturazione edilizia di Palazzo Martinengo da Barco nel pieno rispetto dei valori architettonici e decorativi del Palazzo, è seguito un nuovo allestimento delle opere e alcuni capolavori sono stati recuperati grazie a puntuali lavori di restauro con il contributo di generosi donatori.
La Pinacoteca, con la sua importante collezione di opere – Raffaello, Foppa, Savoldo, Moretto, Romanino, Lotto, Ceruti, Hayez, Thorvaldsen, Pelagi, Canella e Canova per citare i nomi più noti -, è stata riorganizzata attraverso un nuovo percorso espositivo in 21 sale, concepito per restituire al visitatore la complessità del Museo e delle sue collezioni mediante una riflessione sulla loro storia e sugli orientamenti critici che ne hanno determinato la fisionomia dal tardo-gotico al primo Ottocento.
Il cuore della Pinacoteca è costituito dalla pittura bresciana del Rinascimento, la quale ebbe appunto tra i suoi principali interpreti Vincenzo Foppa, Giovanni Gerolamo Savoldo, Romanino e Moretto. A questi si affiancano numerosi dipinti “da cavaletto” dei secoli XVII e XVIII, con temi e generi spesso influenzati dalla pittura fiamminga e olandese: paesaggi e marine, nature morte, dipinti di animali, scene bucoliche e burlesche, ai quali si accompagnano i ritratti e le storie sacre e profane. Ancora in ambito bresciano, meritano attenzione i cosiddetti “pittori della realtà” come Antonio Cifrondi e Giacomo Ceruti, noto con il soprannome di Pitocchetto.
Particolare cura è stata prestata a un’efficace integrazione tra pittura bresciana e pittura italiana, unita a un’integrazione con le arti decorative del tempo – oreficerie, avori, smalti, medaglie, vetri, placchette – collocate con pregiati esemplari lungo il percorso espositivo. A differenza dei precedenti allestimenti, si è deciso di allargare il quadro cronologico fino a comprendere la prima metà dell’Ottocento, con el grandi commissioni di Paolo Tosio, di Leopardo Martinengo da Barco, e di Camillo Brozzoni.
Un ringraziamento particolare a tutti quanti hanno supportato la riapertura della Pinacoteca: con il loro prezioso contributo hanno infatti permesso il restauro di alcuni importanti capolavori della collezione che sono fruibili al pubblico in tutto il loro fascino originario.  

Da Brescia Musei

La Pinacoteca è interamente accessibile a persone con disabilità.

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