Il web è ancora molto indietro rispetto alla piena accessibilità

Il web è ancora molto indietro rispetto alla piena accessibilità

«Nessun sito monitorato è risultato accessibile al 100% secondo la normativa vigente!»: lo dicono da AccessiWay, società leader in Italia per l’accessibilità digitale, riferendosi a un proprio rapporto presentato a Torino, in occasione del convegno “Accessibilità e inclusione digitale”, lavoro che è stato il frutto dell’approfondita analisi di oltre 2.000 pagine web (automotive, settore bancario, e-commerce, Pubblica Amministrazione e grande distribuzione), partendo dai cinquanta requisiti fissati dalle “WCAG”, le Linee Guida internazionali per l’accessibilità dei contenuti web

«Per normativa, un prodotto digitale viene dichiarato conforme ai criteri di accessibilità se il 100% dei criteri stessi sono soddisfatti nel 100% dei suoi componenti; è però sufficiente un solo errore bloccante per far sì che una persona con disabilità, o un gruppo di persone con la medesima disabilità, non possano usufruire completamente di un sito. Tramite questa nostra ricerca abbiamo “fatto le pulci” a oltre cento siti web, mettendo insieme un campione del panorama internet italiano, concentrato in particolare su automotive, settore bancario, e-commerce, Pubblica Amministrazione e grande distribuzione. Quale il risultato? Che nessun sito è risultato accessibile al 100% secondo la normativa vigente!».

Lo dicono da AccessiWay, società leader in Italia per l’accessibilità digitale, riferendosi al proprio rapporto presentato a Torino, in occasione del convegno Accessibilità e inclusione digitale. Nuove opportunità tecnologiche, #Nessuno escluso, lavoro che è stato il frutto dell’approfondita analisi di oltre 2.000 pagine web, partendo dai cinquanta requisiti fissati dalle WCAG (Web Content Accessibility Guideline), le Linee Guida internazionali per l’accessibilità dei contenuti web.

«Per i soggetti pubblici – spiegano ancora da AccessiWay -, i dati sull’accessibilità sono pubblicati sul sito dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), attraverso la Dichiarazione di Accessibilità obbligatoria per la Pubblica Amministrazione; tali dati, tuttavia, non sono attendibili, in quanto l’analisi sullo stato di fruibilità dei siti web per le persone con disabilità è fatta con un unico sistema automatico che verifica solo 31 criteri su 50. Abbiamo dunque tentato di fare ordine in questo mare magnum di dati, giungendo alla conclusione che il web è ancora molto indietro rispetto alla piena accessibilità per le persone con disabilità». Per questo, in occasione del convegno di Torino, è stata avanzata la proposta di creare un gruppo di lavoro che coinvolga l’AgID, il Governo, le associazioni e le imprese, per una maggiore inclusione nel digitale per tutti gli utenti, superando i limiti degli strumenti utilizzati fino ad oggi per il monitoraggio.

Sempre nel corso del medesimo convegno sono state annunciate anche due altre notizie, vale a dire, innanzitutto, che AccessiWay è divenuta membro dello IAAP (International Association of Accessibility Professionals), Associazione che riunisce professionisti dell’accessibilità, aziende, organizzazioni governative e non, università e altri soggetti coinvolti nell’ambito dell’accessibilità; e inoltre la nascita di AccessyWay Academy, nuovo polo formativo orizzontale nel campo dell’accessibilità digitale.

Tra gli altri partecipanti all’incontro di Torino, insieme al Consiglio di AccessiWay, da segnalare Vincenzo Falabella, presidente della FISH, la Federazione Italiana pr il Superamento dell’Handicap, che proprio con AccessiWay ha recentemente avviato una preziosa collaborazione; Riccardo Donadon, amministratore delegato di H-FARM); Andrea Stella, presidente dell’Associazione Lo Spirito di Stella; Umberto Basso,  direttore per l’Italia di AKQA.

Da Superando del 13 aprile 2023

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