Il restauro del “Paradiso” nel Battistero di Padova, un capolavoro patrimonio Unesco

Il restauro del “Paradiso” nel Battistero di Padova, un capolavoro patrimonio Unesco

Abbiamo visitato in anteprima gli affreschi restaurati, dipinti nel Trecento da Giusto de’ Menabuoi. In un itinerario inedito, che fa scoprire al grande pubblico uno dei tesori della città veneta

Dal 7 luglio al Battistero del Duomo di Padova si riapriranno le porte del Paradiso. Così come verso il 1375 lo aveva immaginato e dipinto Giusto de’ Menabuoi, pittore fiorentino alla corte dei signori di Padova, e così come viene ripresentato adesso dopo il restauro del ciclo di affreschi considerato uno dei più importanti del Trecento. Tanto da essere inserito nel 2021 tra i capolavori patrimonio dell’umanità dell’Unesco, al pari della Cappella degli Scrovegni di Giotto e di altri sei grandi opere che si trovano qui a Padova.

Del tutto nuova e multimediale è invece la modalità di visita di questa meraviglia (dopo l’inaugurazione di domani, da sabato 9 tocca al pubblico). Il progetto è stato affidato dalla diocesi guidata dal vescovo Claudio Cipolla all’impresa culturale Kalatà di Mondovì che lo ha realizzato secondo i principi guida di altre sue esperienze analoghe, come quella del Santuario di Vicoforte, dove si sale con imbragatura e caschetto fino a sfiorare con le mani gli affreschi della cupola ellittica più grande del mondo, oppure come quella di Novara dove si arriva quasi come in cordata fino in cima alla cupola di San Gaudenzio, sorella minore della Mole Antonelliana di Torino.

Al centro con il copricapo scuro, Francesco Petrarca, ritratto da Giusto de' MenabuoiAl centro con il copricapo scuro, Francesco Petrarca, ritratto da Giusto de’ Menabuoi 
“La pittura del Trecento – spiega Nicola Facciotto, fondatore dell’impresa sociale Kalatà – ha in qualche modo sempre a che fare col sacro e ha bisogno di una forte operazione di decodifica per essere compresa dal maggior numero di persone possibile”. Operazione che comincia in una sorta di anticamera del Battistero cui si accede dal Duomo accompagnati da una guida.

Qui, un video proiettato su una serie di schermi che imitano la composizione degli affreschi, spiega quello che c’è da sapere prima di entrare nel Paradiso. Così si scopre che il Battistero è a pianta quadrata e che la cupola e il tamburo sono stati aggiunti in un secondo tempo, molti secoli dopo, quando cioè Fina Buzzacarini, moglie di Francesco I da Carrara, pensò di trasformarlo in mausoleo della famiglia e diede a Giusto De’ Menabuoi l’incarico di affrescare la nuova sovrastruttura circolare. Tutto ha un senso sacro in questo luogo, anche la scelta delle geometrie architettoniche che riconducono al tema centrale dell’opera, quello della salvezza e della riconciliazione.

Il bacio di Giudia dipinto da Giusto de' MenabuoiIl bacio di Giudia dipinto da Giusto de’ Menabuoi 
La voce narrante del video rivela i significati religiosi degli affreschi ma anche aspetti della vita quotidiana dell’epoca: i volti di molti personaggi sono ritratti di cortigiani e degli stessi committenti.

Tra queste schiere compare anche il volto di Francesco Petrarca che era canonico del Duomo e aveva dato la sua consulenza di teologo all’artista durante la realizzazione dell’opera, durata tre anni. Ma soprattutto il video prepara all’impatto con il Paradiso che si rivela subito dopo aver varcato la soglia del battistero. Il Paradiso con il Cristo pantocratore circondato dai cherubini e dai santi, viene subito messo in risalto nella penombra del luogo con un fascio di luce che sarà la vera guida dei visitatori. Il Cristo ha un diametro di quattro metri, l’assemblea dei santi è una delle immagini più potenti e suggestive dell’arte sacra. Poi, come sul palcoscenico di un teatro una serie di fari illumineranno in sequenza i diversi “quadri” del ciclo, dalla creazione fino all’apocalisse.

L’audioguida è sincronizzata con l’accensione programmata delle luci su ogni scena. Il tour in tutto dura circa un’ora e un quarto e la cadenza è stabilita per fasce orarie di mezz’ora. “Sui testi dell’audioguida – spiega Facciotto – abbiamo lavorato un anno intero, scegliendo le parole giuste una per una. Perché il nostro intento non è quello di banalizzare l’arte ma di presentarla con i metodi, il rigore e il registro comunicativo della divulgazione scientifica. Il bello del nostro mestiere è regalare all’interno di un ambito culturale un momento godibile. Certo, tenendo conto dell’equilibrio economico, ma anche delle ricadute sul territorio in termini di occupazione: a Padova abbiamo selezionato 12 persone, le abbiamo formate e le affiancheremo per un periodo durante le visite”.

Oltre agli aspetti turistici e artistici c’è però anche quello liturgico che la Chiesa di Padova mette al centro dell’operazione di recupero: “La cosa che non deve mai sfuggire – spiega don Gianandrea Di Donna, docente di liturgia alla facoltà di teologia del Triveneto, del Pontificio istituto orientale di Roma e della Pontificia università della Santa Croce a Roma, nonché delegato vescovile per il Battistero – è che la bellezza dell’arte di ispirazione cristiana ha la sua radice nella potenza del mistero di Cristo ed è una qualità non estrinseca al mondo, ma rende visibile la qualità stessa di ciò che Dio ha fatto uscire dalle sue mani. Questo luogo non è interpretabile con la favoletta della “biblia pauperum”. Non è nato nella visione degli antichi per la catechesi, ma per la liturgia. Qui si celebrano i divini misteri”.

I restauri degli affreschi sono stati finanziati e curati dal ministero della Cultura attraverso gli uffici della Sovrintendenza di Padova e sono costati poco più di 800 mila euro. “Ma è solo il primo tassello di una serie di interventi – spiega l’architetto Claudio Seno, direttore del servizio diocesano per i Beni culturali – con cui la diocesi vuole valorizzare tutto il patrimonio di beni di piazza del Duomo: oltre al Battistero, la Cattedrale, il Museo diocesano e il Palazzo vescovile. Il progetto Domus Opera sarà realizzato con risorse della diocesi e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Ora si lavora al restauro della parte esterna del Battistero e sono in corso studi per una datazione più precisa dell’edificio. Uno riguarda le 12 camere sepolcrali che si trovano sotto il pavimento del Battistero che abbiamo già sottoposto a una serie di analisi”. Insomma, alcune pagine della storia di piazza Duomo potrebbero essere presto riscritte.

Di Roberto Orlando da Repubblica.it del 6/7/2022

Il Battistero è accessibile a persone con disabilità.

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