Il museo didattico della seta e altri luoghi della seta a Como e dintorni

Il museo didattico della seta e altri luoghi della seta a Como e dintorni

L’idea di creare a Como un museo dedicato alla seta e alla sua lavorazione nacque in una delle grandi industrie della città, la Tintoria Pessina, fondata nel 1904 sulla sponda del torrente Cosia, uno dei tanti corsi d’acqua prealpini che per secoli hanno fornito energia alle attività manifatturiere della città e del suo circondario.

La Tintoria Pessina, agli inizi degli anni Ottanta del XX secolo era da tempo chiusa e inoperosa ma agli eredi del fondatore Gaetano pareva triste dover distruggere e smantellare tutti quei macchinari obsoleti ma onusti di storia, per cui fu apprezzato il fatto che proprio di fronte alla Tintoria, sulla sponda sud del torrente, fossero sorti i nuovi edifici dell’Istituto Tecnico Industriale Statale di Setificio “Paolo Carcano”, una scuola che era nata a metà Ottocento come collegamento fra mondo degli studi e realtà produttiva, in cui gli industriali partecipavano direttamente alla gestione dell’istituto scolastico. Fu così che grazie alla collaborazione e al contributo dell’Istituto di Setificio e di associazioni, enti pubblici e banche (“Amici del 27”, “Ex allievi del Setificio”, Provincia di Como, Cariplo) in alcuni locali dell’Istituto il 4 ottobre 1990 fu inaugurato il Museo didattico della Seta che dal 1992 è gestito dall’Associazione per il Museo della Seta di Como; è un museo storico e tecnologico che accoglie ormai quasi 10000 visitatori all’anno provenienti letteralmente dai cinque continenti. Attraverso le sue sale si percorre un viaggio nel mondo della seta partendo dall’allevamento dei bachi, passando attraverso una ricchissima documentazione tecnologica di macchinari funzionanti (alcuni già di proprietà della Tintoria Pessina, molti acquistati da altre industrie dismesse, a coprire un arco di 150 anni di storia industriale) che illustrano tutte le fasi della lavorazione. Con un occhio di riguardo anche ad alcuni aspetti “frivoli” di curioso interesse, come i manifesti pubblicitari di stile deliziosamente liberty degli importatori di bachi, o un’esposizione di quadri in seta o la carta geografica che riporta i percorsi delle vie della seta che collegavano l’Oriente con l’Europa.

La Fondazione Antonio Ratti (FAR), è un ente morale senza scopo di lucro nata nel 1985 per la volontà dell’imprenditore tessile comasco Antonio Ratti, collezionista di tessuti antichi, che volle far della sua passione di collezionista una realtà destinata a promuovere iniziative, ricerche e studi di interesse artistico, culturale e tecnologico nel campo della produzione tessile e dell’arte contemporanea. A Como ma non solo: nel 1995 la FAR ha contribuito a creare l’Antonio Ratti Textile Center al Metropolitan Museum of Art di New York, che raccoglie e cataloga tutte le collezioni tessili del museo americano.

Il Museo Studio del Tessuto (MuST) ha origine dalla collezione privata di Antonio Ratti, iniziata negli anni Sessanta del Novecento, che ha la sua ragion d’essere nel fatto che da sempre i tessuti del passato sono stati usati come fonte d’ispirazione per la produzione contemporanea. Oggi la collezione conta più di 400.000 pezzi e comprende tessuti copti e precolombiani dei primi secoli dell’era volgare, velluti rinascimentali e contemporanei, sete broccate del Settecento, scialli cachemire, nastri, libri campionario dalla metà del XIX secolo agli anni Ottanta del XX. Da una ventina d’anni le collezioni Ratti sono studiate e catalogate dai maggiori studiosi della storia tessile e dal 1998 sono fruibili dal pubblico tramite il MuST, che può essere visitato – gratuitamente e su appuntamento – in diversi modi: è stato realizzato un Catalogo Multimediale che oggi contiene fotografie e dati storici e tecnici di 33.000 tessuti della collezione, che può venire consultato attraverso 15 percorsi relativi a dati storici o relativi al materiale o al disegno e viene utilizzato da studiosi di storia tessile, disegnatori professionali, studenti desiderosi di operare in futuro nel campo tessile; alla consultazione informatica segue la visione diretta dei tessuti di interesse e l’eventuale acquisizione delle loro immagini in forma digitale o cartacea. Una seconda attività pubblica del MuST è l’organizzazione di conferenze gratuite e corsi specializzati a pagamento, tenuti da studiosi internazionali, su diversi temi inerenti alla storia del tessuto e della moda. Il MuST svolge anche un’attività didattica rivolta alle scuole di ogni grado, dalle elementari alle università, organizza mostre e pubblica libri inerenti a temi di storia del tessuto nelle sue valenze artistiche, sociali ed economiche.

Un terzo luogo di cultura serica comasca è il Centro di Gelsibachicoltura di Cassina Rizzardi presso Fino Mornasco, gestito dalla Camera di Commercio di Como; si trova in aperta campagna fra filari di gelsi, fu realizzato nel 1975 per il rilancio della gelsibachicoltura italiana con moderne strutture bacologiche; la sperimentazione si concluse nel 1980 e attualmente viene utilizzato per l’addestramento di operatori e tecnici anche stranieri e per attività didattiche e di studio.

I musei custodiscono e tramandano il patrimonio industriale e artistico dell’industria serica, ma delle innumerevoli industrie dismesse, che ne è? Cosa sono diventate le ex-filande, i filatoi, le tessiture, le tintorie di un tempo? I destini di questo enorme patrimonio architettonico industriale sono diversi quanto mai e il numero di tali edifici in provincia di Como è così alto che non è qui possibile prenderlo in considerazione nella sua interezza. Limitiamoci quindi a considerare pochi esempi di quegli impianti che hanno scampato la distruzione e sono stati riutilizzati dopo aver subìto più o meno dignitose trasformazioni d’uso e di struttura.

Due riusi “nobili” di impianti industriali tessili dismessi sono quelli dell’ex Filatoio Grandi di Lenno e dell’ex Filanda Erba a Pianello del Lario; il filatoio di Lenno si trova lungo un piccolo corso d’acqua al centro del ripido paese celebre per accogliere nel suo territorio la magnifica Villa del Balbianello del FAI; chiuso nel 1927, dal 1979 ospita la Biblioteca Civica; la struttura dell’edificio è stata conservata e l’aggiunta delle parti nuove ha mantenuto leggibile ciò che già esisteva. La filanda di Pianello è quasi sul lago alla foce del torrente della Valle dei Mulini ed è stata trasformata in Museo della Barca Lariana.

Altri edifici sono stati trasformati in complessi residenziali mantenendo la leggibilità strutturale, come l’ex Villa Verza di Canzo in Valassina, sede di un grosso complesso serico con residenza padronale annessa, in funzione sino al 1936, o l’ex complesso serico Invernizzi di Caslino d’Erba, sempre in Valassina, anch’esso struttura produttiva con residenza padronale annessa, in bella posizione sull’impetuoso torrente Piot.

Per altri edifici invece la leggibilità storica dipende quasi esclusivamente da singoli elementi di spicco, ad esempio le ciminiere che si specchiano nel lago dell’ex filanda Comitti di Brienno, oggi casa d’abitazioni, e dell’ex Torcitura Sala di Cremia che svetta alta su un ristorante.

Informazioni sull’accessibilità del Museo didattico della seta

Come arrivare coi mezzi pubblici
Autobus N7 (fermata San Martino/Università).
Parcheggio
A circa 15 m, è possibile parcheggiare lungo via Castelnuovo, dove è presente 1 posto riservato ai titolari di pass disabili.

Informazioni per i visitatori
Ingresso gratuito per le persone con disabilità e i loro accompagnatori.
Vengono organizzate visite guidate (in lingua italiana e inglese).

Ingresso
Il museo è collocato al piano -1. L’ingresso dalla strada presenta in alternativa un cancello automatico (270 cm) o un cancello manuale a due battenti (86 cm ciascuno), seguiti da una rampa inclinata (lunghezza 25 m, pendenza 7%). Per accedere al museo si supera una porta automatica (118 cm).
Le persone con disabilità possono raggiungere l’entrata del museo con il proprio autoveicolo.

Accoglienza
Nell’atrio del museo si trovano:

  • il guardaroba (bancone h 95 cm)
  • la biglietteria (bancone h 93 cm)
  • il bookshop (bancone h 93 cm).

Operatori museali offrono informazioni e accoglienza.

Percorso espositivo
Il museo illustra la storia del ciclo di lavorazione della seta e si estende su una superficie di circa 1.000 mq.
Il percorso espositivo si sviluppa in 10 sale tematiche; lungo tutto il percorso di visita gli spazi sono ampi e fruibili.
Dalla sala 8 una doppia rampa inclinata (prima rampa: lunghezza 2,5 m, pendenza 10%; seconda rampa: lunghezza 3,5 m, pendenza 7%) conduce alle ultime sale del museo.

Segnaletica di orientamento
Nell’edificio si trovano frecce direzionali con scritte a caratteri grandi (almeno 7 cm) e ben contrastati.

Servizi igienici
Il servizio igienico attrezzato è situato nell’atrio vicino alla biglietteria e ha le seguenti caratteristiche:

  • antibagno con porta a battente larghezza 90 cm
  • lavabo sospeso (spazio frontale 144 cm)
  • bagno con porta a battente larghezza 90 cm
  • wc a pavimento (spazio frontale 133 cm, laterale destro 116 cm, laterale sinistro 27 cm, maniglione verticale e corrimano sul lato sinistro, maniglione orizzontale sul lato destro)
  • simboli dei servizi igienici, ben contrastati, ad altezza occhi, di dimensione medio-grandi.

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