Il lavoro delle persone con disabilità dev’essere un impegno per tutto il Paese

Il lavoro delle persone con disabilità dev’essere un impegno per tutto il Paese

Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, solo il 30% circa delle persone con disabilità in Italia è attualmente occupato. Questo indica che ci sono ancora ostacoli significativi che impediscono alle stesse persone con disabilità di accedere al mercato del lavoro e di ottenere opportunità lavorative adeguate.

Nello specifico della sclerosi multipla, va detto innanzitutto come essa rappresenti una delle principali cause di disabilità nei giovani adulti, con circa 137.000 persone colpite in Italia. Si tratta di una malattia cronica e invalidante che colpisce il sistema nervoso centrale, causando sintomi e limitazioni funzionali che possono influire sulla qualità di vita delle persone colpite. E uno dei principali ostacoli che queste persone devono affrontare è proprio l’inserimento e la permanenza nel mondo del lavoro.

Secondo una recente indagine dell’AISM, tra le persone con sclerosi multipla e patologie correlate con meno di 65 anni il 16,3% afferma di essere stato escluso dal mercato del lavoro a causa della propria condizione di disabilità. Il peggioramento delle condizioni di salute e il livello di disabilità giocano pertanto un ruolo cruciale nell’espulsione dal mondo del lavoro di tali persone. Se poi molti non occupati attribuiscono l’incapacità di lavorare alla loro malattia, altri indicano invece la mancanza di adattamento del contesto lavorativo alle proprie necessità.

Si parla per altro di questioni che riguardano segnatamente sia le persone con sclerosi multipla che quelle con altre patologie gravi e diverse forme di disabilità. Tuttavia, la loro inclusione lavorativa può essere migliorata attraverso l’adozione di politiche e pratiche mirate, a partire dall’implementazione di misure di “accomodamento ragionevole”, oltreché con lo sviluppo e l’applicazione di normative e disposizioni contrattuali attente alle esigenze di flessibilità e tutela, con l’accesso a programmi di riabilitazione e supporto, con la sensibilizzazione e la formazione dei datori di lavoro dei medici competenti e di quelli del lavoro. Il tutto per promuovere un ambiente lavorativo inclusivo.

Tra le sue varie iniziative, la FISM, Fondazione che opera a fianco dell’AISM, si è dedicata in questi ultimi anni a un progetto di ricerca sul tema Lavoro e sclerosi multipla, allo scopo di analizzare la realtà lavorativa delle persone con sclerosi multipla in Italia e definire di conseguenza modelli e programmi innovativi per migliorarne l’inclusione nel mondo del lavoro. Si tratta del progetto PRISMA (acronimo che sta per Prevenzione rischi, Reti collaborative, Inclusione lavorativa nella Sclerosi MultiplA), iniziativa finanziata dall’INAIL, con il coordinamento dell’IRCCS San Martino di Genova, centro di eccellenza nazionale per la diagnosi e la cura della sclerosi multipla, oltreché in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Salute (Sezione Medicina del Lavoro) dell’Università di Genova, della citata Fondazione FISM e del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia e Igiene del Lavoro e Ambientale dell’INAIL.

PRISMA si è concluso nel mese di marzo scorso e i risultati ottenuti sono stati presentati, come avevamo segnalato anche sulle nostre pagine, nel corso di un evento svoltosi a Roma nei giorni scorsi, nell’àmbito della Settimana Nazionale dell’Informazione sulla Sclerosi Multipla.

«L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità non solo è un diritto per gli individui – ha dichiarato per l’occasione Paolo Bandiera, direttore degli Affari Generali e delle Relazioni Istituzionali per l’AISM -, ma un impegno politico, strategico, operativo per tutto il Paese e la comunità, arricchendo attraverso la diversità e la valorizzazione delle singolarità umane la produttività e la sostenibilità delle organizzazioni. In tal senso, la nostra Agenda della Sclerosi Multipla e Patologie Correlate 2025 considera l’inclusione nel mondo del lavoro come una delle sue priorità, con l’obiettivo di favorire l’occupazione delle persone con disabilità, tra cui quelle con sclerosi multipla e altre patologie croniche».

«È quindi importante promuovere la co-programmazione e la co-progettazione – ha aggiunto – attraverso partnership tra organizzazioni profit, non-profit e la Pubblica Amministrazione, creando e potenziando filiere collaborative, sviluppando modelli di corresponsabilità, dando un nuovo orizzonte di sostenibilità sociale ed etica all’attività di impresa. È essenziale infatti che le politiche e gli incentivi che promuovono l’assunzione di persone con disabilità siano finanziati e diffusi tra i datori di lavoro. Inoltre, i Centri per l’Impiego devono essere formati e operare in rete per garantire standard uniformi e servizi adeguati in tutto il Paese. Questo valore è determinante per la qualità dei processi e, in ultima analisi, per la ripresa e progresso diffuso del Paese».

«La ripresa e il rilancio della produttività – ha dichiarato dal canto suo Francesco Vacca, presidente nazionale dell’AISM – devono considerare anche la sicurezza sul lavoro e le sfide dell’accesso al lavoro per le persone con disabilità. I fondi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per i progetti di autonomia delle persone con disabilità sono cruciali. È necessario applicare norme favorevoli all’inclusione, come il part-time reversibile e il lavoro agile, e sostenere soluzioni flessibili come permessi e ferie solidali. È importante garantire il diritto delle persone con disabilità di lavorare in modo autonomo, anche attraverso finanziamenti pubblici dedicati. Anche questo contribuirà alla ripresa economica e alla sostenibilità sociale del nostro Paese».

Da Superando del 21 giugno 2023

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