Il fascino dell’Asinara senza barriere

Il fascino dell’Asinara senza barriere

Sono andati alla scoperta del Parco nazionale dell’Asinara i tanti partecipanti presenti ieri mattina sull’isola per l’evento “Natura senza barriere”. Una manifestazione dedicata all’escursionismo condiviso e all’accessibilità dei percorsi naturali, con la collaborazione di associazioni impegnate nel sociale e soprattutto che si occupano di persone con disabilità.

L’iniziativa è stata organizzata dai volontari dell’associazione Atena Trekking con la collaborazione di altre associazioni che operano sull’isola, con l’obiettivo di sentirsi uniti nel dire a che l’escursionismo non può essere un’esperienza riservata a pochi e che molte barriere possono essere superate con un semplice, ma significativo, cambiamento di visuale. La scuola diving “I sette mari” e i loro istruttori hanno proposto per alcune persone un inizio di snorkeling didattico, accompagnando le persone non autosufficienti ad usufruire del percorso non vedenti e alla visita al Centro recupero animali marini dell’Asinara. Un percorso idoneo anche al passaggio del disabile in carrozzina, con l’ausilio del suo accompagnatore, sino alla spiaggia dell’Ossario. Davanti al Palazzo della Reale sono stati montati dei gazebo per la realizzazione di aree sosta e punti ombra, in cui sono stati accolti volontari e partecipanti alla manifestazione. Sin dalla sua istituzione, il Parco ha posto sempre grande attenzione all’accessibilità per tutti negli interventi di riqualificazione delle strutture, nell’allestimento dei centri visita e nei vari osservatori naturalistici e soprattutto nei sentieri. «Ma il sentiero più importante per la sua funzione è sicuramente il Sentiero Natura – ricordano la commissaria e il direttore dell’Ente Parco Gabriela Scanu e Vittorio Gazale -, ovvero 900 metri di sentiero con pannelli tattili e relative scritte, utilizzabile anche da non vedenti, e che ha nel passaggio del vicino Campu Perdu uno dei luoghi più suggestivi: c’è infatti un camminamento completamente sospeso nell’acqua e che porta verso l’Osservatorio del mare e il Centro di recupero delle tartarughe». (g.m.)

da La Nuova Sardegna del 27/6/21

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