Piccolo approfondimento sugli affreschi presenti sull’abside della Basilica di SantAabbondio a Como., chiesa medievale della città.
Il ciclo di affreschi di sant’Abbondio è attribuibile a diverse maestranze, tra queste si segnala l’opera di un pittore convenzionalmente identificato come ‘Maestro di sant’Abbondio’ aggiornato all’innovativo linguaggio giottesco e dalla personalità forte e originale; gli studi più recenti li collocano tra il 1315 e il 1324 durante l’episcopato del vescovo francescano Leone Lambertenghi, committente dell’opera.
Il programma iconografico si sviluppa dall’arco di trionfo (Annunciazione), prosegue sulle volte (Padri della Chiesa occidentale, dodici santi, un cielo stellato), si svolge sui pilastri e sulla curvatura absidale (Antenati di Cristo, i dodici Apostoli, venti episodi della vita di Gesù) e culmina nella calotta absidale (Cristo in trono, la Vergine Maria, san Giovanni Battista, san Pietro e san Paolo).
Le venti scene evangeliche presentano due temi cristologici: la Natività di Gesù e la sua Passione.
Nella parte superiore sono riconoscibili gli episodi dell’infanzia di Gesù, mentre nella fascia centrale e in quella inferiore sono narrate le vicende culminanti della sua esistenza terrena, dall’ingresso in Gerusalemme alla deposizione nel sepolcro.
Uscendo dalla basilica si possono osservare gli affreschi della tribuna (sopra la porta di ingresso) della metà del XIV secolo e due tele del XVII secolo (ai lati della porta di ingresso): l’Assunzione di Maria attribuito a Giovan Battista Crespi e il Miracolo di sant’Abbondio che risuscita un bambino attribuito a Giovan Battista Recchi.
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