Trieste, solo il 15% è a norma Mezzi inaccessibili ai disabili

Trieste, solo il 15% è a norma Mezzi inaccessibili ai disabili

The town hall of Trieste

Le pedane ci sono ma spesso non sono utilizzabili. Parte la mappatura delle 1.450 postazioni. A inizio 2020 gli enti firmeranno un protocollo d’intesa per risolvere l’annosa questione.


TRIESTE. Mappare una a una le circa 1.450 fermate dei bus presenti sul territorio provinciale per cercare di renderle il più possibile fruibili alle persone con disabilità. È partito con questo obiettivo il tavolo tecnico convocato dall’assessore alle Politiche sociali Carlo Grilli nelle scorse settimane, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Regione, Comune di Trieste – anche con gli assessorati ai Lavori pubblici e all’Urbanistica -, Trieste Trasporti e Consulta territoriale delle associazioni delle persone con disabilità. La riunione ha anticipato il futuro protocollo che i quattro enti firmeranno all’inizio del 2020 per stabilire modi e tempi al fine di riuscire a risolvere, laddove possibile, l’annosa questione delle soste dei bus non conformi alle pedane necessarie per la salita e discesa delle persone con disabilità motorie. Dati alla mano, riportati dalla stessa Trieste Trasporti, si stima infatti che su circa 1450 fermate a Trieste non più del 15% sia a norma. Nonostante tutti i mezzi dell’azienda siano dotati da molti anni di pedane, elettriche o manuali, diversi sono i casi in cui utilizzarle si è rivelato difficile se non impossibile. Questo accade ad esempio quando il marciapiede non c’è o ha un’altezza ridotta che non garantisce la pendenza idonea oppure quando non c’è spazio sufficiente per la movimentazione della carrozzella nell’area di uscita della pedana. Al momento, su una trentina di fermate analizzate – da piazza della Repubblica a piazza Goldoni, da piazza Tommaseo a riva Gulli fino a Villa Opicina -, 22 sono risultate idonee. Saranno coinvolti nell’attività anche i Comuni minori: molte fermate sull’altopiano non hanno un marciapiede e spesso si atterra su uno sterrato. È ovvio però che sarà difficile sanare le aree che hanno una determinata conformazione o che si trovano in zone impervie. Al termine della mappatura, che durerà circa un anno, ogni fermata idonea e non idonea sarà indicata con un apposito simbolo. Con il protocollo d’intesa verrà definita la road map delle attività in corso, le possibili soluzioni e gli investimenti necessari per adeguare le fermate. Le associazioni dei disabili forniranno inoltre un elenco di fermate da modificare per loro prioritarie.
«Si continua nel percorso di inclusione con l’obiettivo di rendere protagoniste le persone in qualunque condizione si trovino – ha commentato l’assessore Grilli -. La collaborazione è intensa con l’azienda di trasporto pubblico proprio per trovare giuste soluzioni». «È un argomento che sta particolarmente a cuore – ha commentato l’assessore regionale Graziano Pizzimenti -. Abbiamo risorse per rendere accessibile il servizio Tpl su tutto il territorio. Tutti i nuovi autubus da quest’anno saranno dotati di pedane per l’accessibilità. E anche le fermate saranno adeguate a chi ha problemi di deambulazione». Con l’auspicio di coinvolgere nel protocollo anche la polizia locale, Michele Scozzai, responsabile della comunicazione di Trieste Trasporti, ha aggiunto: «Da parte nostra da tempo ci sono attenzione e sensibilità per i bisogni delle persone con disabilità e non solo per quella motoria, come dimostra la recente installazione del sistema Letismart (su progetto di Marino Attini, ndr), su tutti i mezzi della flotta». «Tra tecnologia e infrastruttura – ha concluso Vincenzo Zoccano, ex viceministro alle Disabilità del governo Conte e consigliere nazionale dell’Unione ciechi e ipovedenti – c’è di mezzo anche la cultura: bisogna capire che dove vive bene una persona con disabilità, viviamo meglio tutti. E non solo: quante mamme con passeggini o anziani avrebbero meno problemi?». Al tavolo ha partecipato Ornella Brogioni, responsabile Malattie rare della Consulta di Trieste, che ha posto l’attenzione su un altro punto: distribuire degli adesivi sui bus per segnalare la presenza anche di quelle persone con disabilità non visibili come l’autismo. (B.M.)

Da Il Piccolo di Trieste del 28.12.2019

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