Coronavirus, nella nuova autocertificazione appare la disabilità

Coronavirus, nella nuova autocertificazione appare la disabilità

Fino a questo momento, la disabilità non era stata inserita tra i validi motivi per uscire di casa. Ora, con l’ultima formulazione, assistenti sociali, operatori e caregiver sono chiaramente autorizzati a spostarsi, se “urgente”. Anche per “un’ora d’aria” con chi ha una grave disabilità intellettiva.

ROMA. “Urgente assistenza a congiunti o a persone con disabilità, o esecuzioni di interventi assistenziali in favore di persone in grave stato di necessità”: avviene con queste parole l’ingresso ufficiale della disabilità nelle norme e soprattutto nelle “deroghe” per la disabilità. A livello nazionale, visto che regioni e comuni, invece, già da alcuni giorni sono costrette a confrontarsi con il tema, spinoso, della quarantena delle famiglie con disabilità, intellettiva in particolare. E sul loro diritto a “un’ora d’aria”.
Adesso, però, arriva la “deroga” che autorizza, su tutto il territorio nazionale e quindi al di là delle iniziative locali, a spostarsi per ragioni di “assistenza a persone con disabilità”. Destinatari dell’autorizzazione sono quindi operatori, assistenti sociali, infermieri, badanti, che soprattutto dopo le ultime restrizioni potevano domandarsi se il loro spostamento fosse contemplato o potesse invece essere addirittura soggetto a sanzioni. Ora, nessun dubbio resta: e l’auspicio è che questo possa aiutare e persuadere chi fa questo lavoro a continuarlo o, laddove fosse stato interrotto, a riprenderlo, per scongiurare quel rischio di “abbandono istituzionale” che tante famiglie paventavano e denunciavano.
Intanto, per un’interpretazione del modulo che riconosca anche il diritto alla “passeggiata” invocato soprattutto per chi ha una grave disabilità intellettiva, alcune associazioni di caregiver del Lazio, come Oltre lo sguardo onlus, Nuove Frontiere Hermes e la Community sorelle di cuore, si sono rivolte al Questore di Roma, il quale ha assicurato: “E’ di tutta evidenza che lo stato di ‘necessità’ potrebbe ben essere invocato da coloro che devono garantire alle persone con disabilità la possibilità di uscire e muoversi per scopi che definirei ‘terapeutici'”.
D’altra parte, spiega Elena Improta, presidente di Oltre lo sguardo onlus, “per noi l’urgente assistenza sta nel farli uscire per non farli impazzire e non farli diventare aggressivi. Urgente assistenza è rendere possibile uno sfogo, che può essere un giro in macchina. Questo per noi è urgente assistenza”, ribadisce.

Da Redattore Sociale del 27.03.2020

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