Chiesa di San Giuseppe in Ospedale

Chiesa di San Giuseppe in Ospedale

Nel 1471 venne promossa la costruzione della chiesa parrocchiale di San Giuseppe in Ospedale dentro le mura dello “Spedal Grande”. La scelta del luogo cadde tra la chiesa di Santa Vittoria e il monastero di San Sepolcro.

La bolla di Sisto IV confermò la soppressione di tutti gli ospedali della città e l’erezione del nuovo ospedale.

L’APPARATO ARCHITETTONICO E DECORATIVO
La facciata della chiesa, originariamente intonacata, è a capanna e divisa da una cornice marcapiano sorretta da sei paraste poste sui plinti.
Nella parte superiore è presente una finestra rettangolare (in asse con l’apertura principale) con a latodue nicchie sormontate da due oculi ciechi che sono racchiusi tra paraste di ordine composto. La facciata si conclude con un timpano alcentro del quale è posta un apertura a forma di croce. L’interno è a navata unica coperta da una volta a botte unghiata.
Sono presenti quattro cappelle laterali e la sacrestia.
L’abside è coperta da una cupola che termina con una slanciata lanterna.
Le dimensioni modeste dell’edificio contrastano con la ricchezza decorativa interna. Le decorazioni, realizzate negli ultimi due decenni del Seicento, mirano ad esaltare la figura di S. Giuseppe. L’apparato decorativo è opera di cinque artisti.
A Robert De Longe spettano i putti dipinti nei riquadri della navata che sono  caratterizzati da un oggetto simbolico che rappresenta il patriarca biblico la cui statua è posta sopra di loro; la paletta della seconda cappella a destra con la Sacra Famiglia e San Giovannino e la pala d’altare che raffigura il Transito di S. Giuseppe.

Gli altri dipinti murali sono stati realizzati da Giuseppe Bernasconi, del pittore Domenico Fontane sono i due ovali delle cappelle laterali Provino Dalmazio Della Porta ha realizzato in stucco le sei statue dei patriarchi (Sansone, Giacobbe, Simeone, Giuseppe, Mosè e Aronne) collocate nelle nicchie della navata.
È probabile che Della Porta sia stato affiancato dal cugino Michele Cremona che potrebbe essere l’autore degli angeli e dei panneggi realizzati in stucco.

Cenni Storici

La zona in cui è stata edificata la Chiesa di S. Giuseppe nel 1568 era un tassello fondamentale nei collegamenti viari di tutto il nord della penisola italica.

Placentia era stata inserita nel tracciato della Postumia nel 148 a.c. questa strada collegava la Liguria al Nord Est della penisola ed in particolare ad Acquilea; da Genova a Serravalle, sino a Tortona, Stradella e Piacenza. Qui entrava in città in corrispondenza dell’attuale via Taverna, usciva verso Cremona in corrispondenza all’attuale via Alberoni.

Nella zona Ovest di Piacenza, lungo la direttrice Pavia – Casteggio s’ipotizza che esistesse anche una necropoli e forse situata tra le attuali Via Taverna e Via Campagna.
Nell’epoca Carolingia assunsero grande importanza i tracciati viari che da Nord portavano a Sud, verso Roma ed a Gerusalemme,  dalla terra dei franchi all’antica capitale dell’impero; queste vie di pellegrinaggio divennero allo stesso tempo, vie di intensi scambi e commerci, che venivano percorsi dagli eserciti per i loro spostamenti.

La Francigena entra a Piacenza proprio attraverso i paralleli tracciate delle vie Campagna e Taverna.
In questa zona Ovest di Piacenza, si possono ricordare in particolare il nucleo Monastico intitolato appunto al Santo Sepolcro, che nel 1055 per concessione del Vescovo Dionigi, divenne un monastero dell’ordine Benedettina, fu poi ceduto nel 1484 agli Olivetani.
Nella zona attuale della Chiesa di S. Giuseppe era sorto un edificio dedicato a Sant’Egidio, secondo la ricostruzione cronologica del Campi nell’anno 701. Il santo eremita, di origine greca, veniva invocato nei casi più disperati: il suo corpo sepolto nelle vicinanze di Nimes, su una delle più frequentate vie del cammino verso Santiago, era visitato con grande frequenza per le richieste d’intercessione.

Per quanto riguarda la sua struttura architettonica la Chiesa di S. Egidio era certamente orientata, come tutte le altre chiese sullo stesso percorso cittadino (come ad esempio S. Brigida) e le sue dimensioni dovevano essere modeste. L’edificio si trovava oltre le mura cittadine, in una zona dedita all’agricoltura, con la presenza di un rigo per l’irrigazione. Insieme a questa Chiesa, oltre alla porta di Strada Levata, secondo le fonti, sono sorte nel 1090 l’Ospedale della Misericordia, luogo di ospitalità legato al tempio a Sant’Egidio.

L’origine dell’edificio religioso, con annessa magione per l’ospitalità ed il soccorso dei pellegrini, si ipotizza, sia stata dovuta alla volontà di privati, e in particolare, dopo l’edificazione del luogo per il ricovero, dovette essere affidato ad una sorta di confraternita laicale per l’amministrazione. Molto significativo fu il passaggio dell’intero complesso all’Ordine dei Templari, che avvenne con molta probabilità nell’ultimo quarto del XIII secolo.

Anche la presenza dei cavalieri Templari era legata alla protezione che essi assicuravano ai cristiani che si mettevano in cammino verso i luoghi santi (Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela).

Note sull’accessibilità: per accedere alla chiesa è presente un gradino dell’altezza di 16,4 cm e la porta d’ingresso è larga 84,4 cm. L’interno è completamente accessibile.

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