Binari vecchi e mezzi moderni, la difficile convivenza del tram di Roma

Binari vecchi e mezzi moderni, la difficile convivenza del tram di Roma

Dall’8 “volante” alla sospensione del tram 2, ecco i perché dei problemi strutturali del tram di Roma

Non c’è pace per il tram a Roma. Il deficit manutentivo accumulatosi negli anni ha recentemente costretto allo stop della linea 2, ma anche altre tratte sono a fine vita tecnica. L’anello di Casaletto, viale Trastevere, ponte Garibaldi, Valle Giulia, queste le tratte maggiormente logorate presentate nella commissione mobilità del 1° febbraio scorso. A collegarle un filo conduttore: si tratta di sezioni delle linee 3 ed 8, quelle servite esclusivamente dai moderni tram della serie Cityway Roma 1 e Roma 2. In un breve compendio abbiamo voluto ricostruire la controversa storia di questi mezzi.

I moderni tram del Giubileo

Le vetture Cityway furono acquistate durante la seconda metà degli anni ’90 nell’ottica di svecchiare la flotta tramviaria e in occasione dell’inaugurazione della linea 8, avvenuta il 21 marzo 1998. La caratteristica innovativa di questi tram di moderna concezione fu il cosiddetto “pianale ribassato”, ossia la possibilità di accedere direttamente ai mezzi senza gradini o altre barriere architettoniche. Una novità per Roma, che all’alba del Giubileo del 200 cercava di riscoprire una forma di trasporto più ecologico, accessibile e rapido.

Il prezzo della modernità

Ben presto i tecnici dell’Atac si accorsero che i carrelli dei tram Cityway, erano soggetti ad un’usura anomala rispetto ai ben più vecchi mezzi Stanga-Tibb (quelli che prestano tutt’oggi servizio su via Prenestina): un’usura che non colpiva solo le ruote dei veicoli, ma che erodeva anche le rotaie della linea 8 sulla quale erano utilizzati. Questo combinato disposto (oltre a varie fatalità) portarono nei primi anni 2000 a molti svii ed incidenti, il più celebre dei quali fu l’uscita dai binari all’altezza del capolinea Casaletto: 27 feriti ed un prezzo mediatico che costò alla nuova linea il soprannome di “8 volante”.

La risoluzione (parziale) dei problemi

Dopo varie controversie con l’azienda costruttrice Fiat Ferroviaria e molte modifiche strutturali, solo nel 2010 è stato possibile rimettere in servizio regolare i tram Cityway. A causa del fallimento della Socimi, che aveva prodotto negli anni ’90 circa 35 tram oggi in servizio sulla linea 19, i Cityway sono rimasti gli unici tram bidirezionali utilizzabili sulle linee a capolinea “tronco” e con la geometria adatta alle fermate di viale Trastevere. Per questa ragione ancora oggi sono gli unici tram a poter circolare sulle linee 2, 3 ed 8. Questi mezzi, sebbene con carrelli rimaneggiati e migliorati, restano però, secondo gli addetti ai lavori, delle vere e proprie macchine “mangia-binari”.

La sospensione della linea 2 e le previsioni per il futuro

In questo equilibrio incerto tra consumo di binari e usura dei tram, la mancanza di manutenzione, limitatasi negli scorsi anni al solo anello di Porta Maggiore, ha portato alla recente sospensione della linea 2. Atac ha già avviato il bando di gara 163/2020 che servirà ad approvvigionarsi di 280 barre da 18 metri di binari. Materiali siderurgici particolari che arriveranno a Roma, nella migliore delle ipotesi, solo verso la fine dell’estate, quando presumibilmente partiranno i lavori sulla tratta sospesa. Nel frattempo l’Atac sta ultimando i progetti per il rifacimento di un km di binari su viale Trastevere e l’anello del Casaletto: date, durate e impatto dei cantieri sono ancora tutte da definire, ma l’obiettivo sarà quello di minimizzare i disagi all’utenza.

E poi il PUMS

Anche per questa ragione il Comune di Roma ha presentato il 31 dicembre 2018 l’istanza di finanziamento al Ministero dei Trasporti per 50 tram di nuova generazione. Un investimento dal valore di 158 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno altri 44 tram legati ai progetti di espansione della rete. “La nostra intenzione è quella di rilevare l’offerta di mercato che meglio si adatta alle peculiarità della rete romana”, ha dichiarato lo staff dell’assessore alla Città in Movimento in sede di commissione, “vogliamo portare in città dei tram di nuova generazione, con una predisposizione alle batterie per i tratti catenary free”. Mezzi, dunque, meglio studiati e specifici per Roma che accompagneranno il “risorgimento” del tram.

Da Roma Today 18/2/2021

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