Barriere architettoniche, ad Asti gli studenti sperimentano le difficoltà di muoversi in carrozzina

Barriere architettoniche, ad Asti gli studenti sperimentano le difficoltà di muoversi in carrozzina

Alla media Martiri i ragazzi della 1°B hanno accolto l’invito di Vincenzo Soverino e di Asti Cambia per toccare con mano le criticità nella vita di tutti i giorni

Barriere architettoniche, parcheggi selvaggi, buche e radici di alberi che frantumano i marciapiedi, ma anche immondizia gettata per strada o deiezioni canine non raccolte rappresentano criticità per tutti i pedoni, figuriamoci per chi, invece, si muove in carrozzina, ha difficoltà visive importanti, oppure per un genitore o un nonno che devono spingere un passeggino.

Per questo Vincenzo Soverino, consigliere nazionale e referente astigiano della Onlus Aisla, ha ideato e promosso, con il sostegno della rete Asti Cambia e della scuola media Martiri, il progetto “Questo non è un gioco” che punta a sensibilizzare gli studenti sul tema delle “barriere architettoniche” invitandoli a sperimentare in prima persona le difficoltà di movimento, tra le vie di Asti, per chi è obbligato a uscire su una carrozzina.

«Questo è il secondo anno che facciamo il progetto con la Martiri – spiega Soverino – Già l’anno scorso ho sentito la necessità di venire nelle scuole per far provare le difficoltà che noi viviamo ogni giorno in carrozzina, ma anche i non vedenti o chi soffre di altre forme di disabilità. Ma parliamo anche delle nonne che vanno in giro con un trolley per la spesa perché le barriere ci sono anche per loro. L’idea è mettere i ragazzi sulle carrozzine per portarli in giro per l’isolato. Se trovo un’auto parcheggiata sul marciapiede sono costretto a passare sulla strada e troverò un pericolo, quindi stiamo parlando di sicurezza perché magari un automobilista di passaggio non mi vede e mi investe».

«Alla fine del progetto i ragazzi mi danno un ritorno, in uno scritto o in un disegno, e questo fa sì che siano sensibilizzati a portare avanti questo testimone. – aggiunge Soverino – Il progetto sta prendendo piede e stiamo andando oltre i confini di Asti perché queste problematiche ci sono anche altrove. Mi piacerebbe che questo mio format uscisse dai nostri confini, per responsabilizzare i ragazzi; ho sempre più richieste dalle scuole per affrontare il tema, senza vittimismo. La speranza è che si tolgano tutte le barriere architettoniche, anzi che non se ne facciano più. Per questo sarebbe anche utile che il Comune inserisse un non vedente, un non udente e una persona in carrozzina nella commissione edilizia».

La prova su strada con le carrozzine

Giovedì mattina sono stati gli studenti della 1°B della Martiri a immedesimarsi nei panni di una persona con disabilità e ad affrontare la “giungla urbana” sedendosi sulle carrozzine o spingendole in tutto il quartiere della Torretta. Al loro fianco non solo gli insegnanti, Vincenzo Soverino, ma anche Dennis Marcela Bejarano, portavoce della Rete di Asti Cambia. Gli alunni, con grande senso di responsabilità, hanno affrontato un percorso ricco di criticità, strisce pedonali poco visibili, marciapiedi non sempre adeguati per chi si muove su una sedia a rotelle. Un’esperienza che li ha toccati parecchio e che consigliano a tutti di sperimentare. Immedesimarsi negli altri per capire meglio e fare di tutto affinché la città sia davvero un luogo accessibile a 360°.

«Credo che questo progetto sia molto importante per la scuola Martiri/Brofferio perché sensibilizza i ragazzi che tutti i giorni hanno a che fare con persone portatrici di queste problematiche e ciò li aiuta a capire quali siano le criticità e quali potrebbero essere le soluzioni – commenta la dirigente scolastica dei due plessi, Blanche Marie Sanna – Devo dire che il plesso della Martiri ha la qualità di essere molto inclusivo e accogliente, tutto questo grazie all’apporto dei docenti che prevedono e promuovono i progetti volti all’inclusione di tutti».

Gli studenti, la scuola, ma anche le famiglie sono chiamate a sostenere le buone prassi del vivere civile, dando il buon esempio nella vita di tutti i giorni. «I ragazzi hanno la propensione a raccontare in famiglia tutto quello che vivono a scuola e soprattutto le esperienze positive – continua la dirigente Sanna – Dunque riportano anche queste problematiche e così sensibilizzano le famiglie attraverso la condivisione di quello che hanno vissuto. L’anno prossimo cercheremo di fare qualcosa di più ampio e coinvolgente per tutta la comunità scolastica». Un progetto che in un prossimo futuro sarà esportato anche nel plesso della Brofferio.

La professoressa di Scienze Motorie Giulia Bardaglio, che ha seguito il progetto con il collega Mirko Zarantonello, ricorda di aver avuto «un professore in carrozzina che ci ha dato la possibilità di sperimentare la disabilità a Torino, in piazza Bernini, salendo e scendendo dalla metropolitana. Ci siamo resi conto delle difficoltà che possono avere persone come Vincenzo Soverino e così, quando abbiamo iniziato a collaborare con la Rete Asti Cambia sulle iniziative legate alla mobilità sostenibile, come le biciclettate, abbiamo conosciuto Vincenzo e insieme a lui abbiamo costruito il progetto “Questo non è un gioco”. L’anno scorso abbiamo coinvolto tutte le classi, dalle prime alle terze; quest’anno abbiamo deciso di dedicarci alle prime, ma con gli altri studenti faremo un discorso di riflessione per vedere cosa sia rimasto delle buone prassi imparate da questa iniziativa».

A collaborare con Soverino è stata l’ortopedia L.O.A di Asti che ha fornito, gratuitamente, le carrozzine necessarie ad effettuare il test su strada.

Da La Nuova Provincia del 16 marzo 2023

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