Abbattere le barriere architettoniche, le regole base

Abbattere le barriere architettoniche, le regole base

I due principali testi che regolamentano le disposizioni in materia di barriere architettoniche sono la Legge 13/1989 e il DPR 503/1996

Il superamento delle barriere architettoniche è non solo un obbligo normativo da adempiere ma un dovere sociale a cui l’architetto è chiamato. Progettare un edificio o un’infrastruttura accessibile a tutti è il primo passo verso la convivenza civile e un servizio che l’architettura deve fornire alla collettività come proprio contributo per un’ambiente urbano più vivibile.

La disabilità è la condizione di chi, in seguito a una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale (temporanea o permanente).

Barriere architettoniche

La classificazione dell’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce una “Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità e Handicap”, secondo cui:
– la menomazione è il danno biologico che una persona riporta a seguito di una malattia o di un incidente;
– la disabilità è l’incapacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana a seguito della menomazione;
– l’handicap è lo svantaggio sociale che deriva dall’avere una disabilità.

Per esempio, una persona su sedia a rotelle è sicuramente disabile ma potrebbe non soffrire di alcun handicap se nel contesto in cui vive fossero state eliminate tutte le barriere architettoniche.

I due principali testi che regolamentano le disposizioni in materia di barriere architettoniche sono la Legge n.13 del 1989 e il D.P.R. 503 del 1996 all’interno dei quali è possibile trovare tutte le principali specifiche sul tema, a partire dai concetti fondamentali di accessibilità, visitabilità ed adattabilità:

Accessibilità: è la possibilità di accedere ad ogni spazio interno ed esterno dell’edificio in modo autonomo e senza pericolo. Agli spazi pubblici di nuova costruzione è richiesto di soddisfare il requisito di accessibilità.

Visitabilità: è la possibilità di accedere agli spazi di relazione di un edificio, cioè quelli in cui il visitatore entra in rapporto con la funzione in essi svolta e ad almeno un servizio igienico. Agli spazi privati ad uso pubblico (negozi, uffici, centri commerciali, ecc.) è richiesto di soddisfare il requisito di accessibilità.

Adattabilità: è la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati e senza stravolgerne l’impianto originale, allo scopo di renderlo visitabile o accessibile, a seconda delle necessità. Le abitazioni e gli spazi privati di nuova costruzione devono soddisfare il requisito di adattabilità. A corredo di una pratica edilizia è sempre fatto obbligo al professionista di allegare un elaborato grafico che dimostri il soddisfacimento del requisito di adattabilità degli spazi progettati.

Il modulo di riferimento

Il modulo di riferimento principale quando si parla di barriere architettoniche è l’ingombro di una sedia a rotelle quando compie una rotazione di 360°, che equivale a un cerchio dal diametro di 150 centimetri.

Il dimensionamento degli spazi interni ed esterni e dei percorsi deve essere effettuato tenendo conto di questo parametro (per i balconi è possibile considerare una dimensione inferiore del diametro del cerchio pari a 140 centimetri).

Da Ediltecnico – Quotidiano online per professionisti tecnici-2 apr 2019

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