La scherma per tutti

La scherma per tutti

Si impara a rispondere agli attacchi con coordinazione, destrezza, elasticità e rispetto per l’avversario. Perché ti insegnano a gestire le emozioni. Sulla pedana e nella vita.

Sulla pedana ogni attacco inizia con un saluto e si conclude con un’amichevole stretta di mano. Un gesto rituale di cortesia, apparentemente semplice, ma che racconta già molto su uno sport antichissimo che oggi sembra vivere una nuova fortuna.

Se le prime tracce di un duello di scherma risalgono addirittura agli antichi egizi (a Luxor su un bassorilievo del 1190 a.C. sono scolpiti uomini che si affrontano in un vero torneo di scherma), oggi in Italia la Federazione conta più di 21mila tesserati tra le oltre 320 società sparse sul territorio.

Nessun segno di calo per le nuove iscrizioni, neanche dopo il Covid. Anzi, la scherma è uno sport che piace sempre di più.

Forse trainato anche dalle ottime performance degli atleti azzurri nelle massime competizioni internazionali. Medaglie?

La scherma è sempre tra le più titolate. Ai giochi olimpici non c’è nessuno sport che ha regalato agli italiani così tante emozioni e lasciato con il fiato sospeso il mondo.

E solo nel 2022 sono state 139 le vittorie azzurre nelle massime competizioni internazionali. La “disciplina dei cavalieri” attrae anche per l’eleganza, la compostezza e la tecnica affascinante di chi la pratica. Che vinca il duello o meno. Quando si tira di scherma il rispetto per l’avversario, il pubblico e l’arbitro, è una delle prime regole che i bambini imparano.«Devi salire in pedana, cercare di vincere, ma senza far male a chi hai davanti. Lo spiego sin dall’inizio ai miei allievi più giovani, ed è la prima cosa che mi è stata insegnata dal mio maestro», racconta Lorenzo Radice, co-fondatore e presidente di Accademia Scherma Milano, società che nel 2022 si è aggiudicata l’Ambrogino d’Oro, il premio che il comune di Milano riconosce a cittadini e istituzioni che si distinguono per valori e impegno sociale.

Fioretto, spada e sciabola

A praticare si può iniziare già da piccoli: l’età ideale per avvicinarsi alla scherma è dai sei anni. Nei bambini di età inferiore, infatti, la coordinazione neuromotoria, aspetto fondamentale di questo sport, è ancora troppo poco sviluppata.

Dalla prima elementare si imparano i fondamentali per poi iniziare a gareggiare dalla quinta. Fioretto, spada, sciabola.

Ci si approccia in quest’ordine, di solito. Un assalto schermistico può essere considerato come una partita a scacchi alla velocità della luce. Ci vogliono destrezza, coordinazione, elasticità, intelligenza. Sì, la scherma è uno sport mentale. E saper rispondere agli attacchi, prendere decisioni razionali in pochissimo tempo, giocare ogni volta con un avversario nuovo e diverso e imparare a studiarne le mosse e il carattere non sono semplici abilità sportive, ma competenze preziose da portarsi dietro nella vita di tutti i giorni. «Rispettare l’avversario, imparare a gestire le proprie emozioni e le proprie pulsioni. Si impara da subito e poi si fa tesoro di quello che si è appreso sulla pedana per esercitarlo nella quotidianità», aggiunge Lorenzo Radice. La sala d’armi diventa una scuola di sport, ma anche di vita.

Nel caso di Accademia Milano, che ha sede nel quartiere Isola, all’ombra del Bosco Verticale, spesso le lezioni si trasferiscono anche fuori dalle mura della palestra. La scherma si insegna nelle scuole, nelle associazioni, in ospedale. «Da alcuni anni abbiamo portato fioretti e spade persino nel carcere minorile Beccaria di Milano, per far imparare anche a quei ragazzi uno sport fatto di regole», racconta Radice.

«Può sembrare un paradosso mettere in mano un’arma a chi si trova in un penitenziario, ma i contendenti, così, imparano che anche i duelli hanno un codice e delle regole da rispettare». Per tutti, scherma significa accettare le sfide, saper convivere con le vittorie, ma anche con le sconfitte.

Sfatiamo i pregiudizi

La scherma è uno sport asimmetrico, non è uno sport di squadra”: molti genitori, fino a qualche anno fa, tendevano a preferire alla scherma altre discipline come nuoto o calcio anche per questi motivi. Ma è proprio vero? «Certo è uno sport asimmetrico, e proprio per questo sono previste attività di compensazione per gli arti e i muscoli che tendiamo a sviluppare meno. Facciamo molti esercizi prima di salire in pedana», racconta Fiammetta, una passione per la scherma nata subito dopo le scuole medie. Oggi ha 23 anni, è all’università dove studia Lettere antiche, ma continua a tirare per il Circolo della Spada Mangiarotti, una delle più antiche società di Milano, nata nel 1909. «Il bello è che in pedana sei sola, devi imparare a gestire le tue paure e combattere contro quelli che sono i tuoi punti deboli ma, nonostante sia uno sport individuale, sei sempre in mezzo agli altri». Durante gli allenamenti si gioca con persone di diverse età e preparazione e spesso nascono alleanze e amicizie. «Il gioco di squadra nasce anche durante le gare e in sala d’armi. La complicità con i compagni è tutto. Ma ovviamente anche l’avversario è molto importante: bisogna imparare a conoscerlo per poter vincere». Le gare in trasferta, poi, fanno il resto.

Qui si consolida il gruppo, si creano amicizie, si condividono weekend fuori città tutti insieme. «Spesso anche ai genitori che accompagnano i figli viene voglia di iscriversi e iniziare a tirare di scherma insieme ai bambini. È un ottimo modo per passare del tempo insieme. La scherma non ha età, si impara anche da adulti».

«Quello che mi piace di più sono l’eleganza e la velocità dei gesti. A volte i tiratori più rapidi ed esperti sembrano danzare con la loro attrezzatura bianca»

Duelli inclusivi

Oggi più che mai, proprio per le sue qualità che vanno dallo sviluppo della concentrazione al rispetto attento delle regole, la scherma viene utilizzata anche come aiuto psicologico per i ragazzi e le ragazze con disturbo da deficit di attenzione e iperattività e per persone con disabilità. Inclusività è una parola d’ordine anche in Accademia, come ci racconta Lorenzo Radice.

Su 230 associati, una quarantina sono disabili. Atleti che fanno scherma in carrozzina, con disabilità sensoriale visiva, ciechi e ipovedenti, ragazzi e ragazze con sindrome di down o autismo. «Tutte queste anime della nostra Accademia si allenano in contemporanea e si incontrano in duelli tra di loro e con i soci normodotati. Se ti metti nelle condizioni dell’altro, sei in grado di capirlo meglio».

Maschere elitarie?

Se le attrezzature necessarie per praticare scherma rimangono effettivamente abbastanza costose, ormai sono sempre di più gli annunci online o i cartelli nelle varie palestre e società per acquistare armi usate da altri bambini in crescita. Giulia ha 12 anni e tira in Accademia da quando va alle elementari e racconta che da subito ha imparato ad avere grande attenzione per la spada e per gli altri accessori: mascheranella , corazzetta, giubbetto e passante.

«Dell’attrezzatura dobbiamo avere cura, soprattutto durante le gare e le trasferte. Del resto la scherma mi ha proprio insegnato a essere ordinata e organizzata». Per chi non può permettersele, poi, nascono iniziative lodevoli come quella di Accademia Scherma Milano che insieme al comune di Milano metterà a disposizione 15 dotazioni per persone disabili o che non hanno la possibilità di praticare questo sport per motivi di budget. Dinamico, ricco di virtù e carattere, questo sport antico, dunque, non smette di affascinare. «Quello che mi piace di più sono l’eleganza e la velocità dei gesti. A volte i tiratori più rapidi ed esperti sembrano quasi danzare sulla pedana con la loro attrezzatura bianca» conclude Giulia.

La prossima occasione per vedere i grandi campioni duellare in pedana sarà nel capoluogo lombardo, che, dal 22 al 30 luglio, ospiterà i campionati mondiali presso il complesso fieristico MiCo. Un’occasione in più per innamorarsi di uno sport in cui anche una sconfitta può diventare un trampolino di ripartenza per imparare ad affrontare nuove sfide. E allora, come dice l’arbitro all’inizio di ogni gara: En garde, prêt, allez (in guardia, pronti, via).

Da Marie Clare del 10 aprile 2023 di Rosa Carnevale

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